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Reggio Calabria, allarme rifiuti ad Arghillà: il coordinamento scrive a Draghi

Il Coordinamento di Quartiere di Arghillà, (Reggio Calabria) composto da associazioni e cittadini della zona impegnati nella difesa dei beni comuni , si rivolge al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai Ministri della Transizione Ecologica e dell’Interno lamentando una violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per l’emergenza rifiuti in atto (il quartiere è sommerso dai rifiuti come si vede dalle foto) e l’endemica e ricorrente crisi idrica nel popoloso quartiere di Arghillà, chiedendo “l’immediata presa d’atto di una situazione conclamata e insostenibile di palese violazione dei diritti umani nel quartiere di Arghillà, e dei suoi circa 7.000 abitanti, con particolare riferimento al diritto alla salute, al diritto di poter vivere in un ambiente salubre e sicuro, al diritto di avere tutti i giorni un quantitativo sufficiente e dignitoso di acqua… La presa d’atto che la complessità della situazione e i diversi livelli di responsabilità richiedono l’istituzione di una Cabina di Regia statuale, vista l’impossibilità per gli organi preposti a livello locale di portare a termine tutte le necessarie attività per risolvere una problematica ultra ventennale (come testimoniato dalle dichiarazioni del sindaco nell’articolo sulla Gazzetta del Sud del 12.6.2022). L’istituzione immediata di una Cabina di Regia su Arghillà, sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio dei Ministri , con l’individuazione di un Commissario dotato di pieni poteri ed in grado di attivare e mettere a regime tutte le risorse finanziarie e umane, già disponibili e ad oggi inutilizzate per ritardi e bintoppi burocratici, individuando per Arghillà gli obiettivi specifici da raggiungere, che per il Coordinamento di Quartiere sono, nell’ordine, innanzitutto il rispetto dei diritti umani violati e l’erogazione dei servizi essenziali come acqua, salute, ambiente, spazzatura, manutenzione alloggi, regolarizzazione delle occupazioni abusive, educazione e socialità, con una tempistica certa sulle azioni da intraprendere, una verifica dei risultati raggiunti, e una supervisione statuale sui vari livelli di responsabilità".

Il Coordinamento di Quartiere di Arghillà, (Reggio Calabria chiede quindi in un articolato esposto allo Stato Italiano, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri, dei competenti Ministri per la Transizione Ecologica per la Salute e dell’Interno , un immediato e risolutivo intervento in favore dei cittadini al fine di rimuovere la massa di rifiuti maleodorante che si accumula da tempo nel quartiere, trasformato in una discarica a cielo aperto, che mette a repentaglio la salute delle persone, la salubrità e l’igiene dei luoghi dove abitano migliaia di cittadini e che sta portando la popolazione all’esasperazione.

Tale situazione ASSOLUTAMENTE INSOSTENIBILE E INCIVILE , che si protrae da mesi e da anni, assieme alle ricorrenti crisi idriche che privano i cittadini di Arghillà, quartiere di Reggio Calabria di 7.000 abitanti, trasformato in un quartiere ghetto simbolo nazionale di degrado e di abbandono, rappresenta una palese violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo in quanto attenta ad alcuni dei diritti insopprimibili dei cittadini,alla salute, all’ambiente salubre, ad una vita familiare e privata dignitosa, come tali tutelati dall’art.8 della Convenzione e messi in pericolo dalla situazione in atto, cui evidentemente le Autorità locali preposte, nonostante da tempo attivate, non riescono o non possono farvi fronte.(v. articolo Gazzetta del Sud del 16.6.2022 allegato “Il Sindaco: noi da soli non riusciamo a risolvere il problema. Serve l’aiuto di tutti”)

Arghillà, aggiunge il Comitato, se fosse un comune, con i suoi 7000 abitanti si collocherebbe al 1789 posto tra i 7904 comuni italiani, ovvero sui 7.904 comuni italiani ce ne sarebbero ben 6.115 più piccoli di Arghillà! e sarebbe più grande di comuni come Capalbio, Cortina d’Ampezzo , Camerino , Cernobbio, Santa Teresa di Gallura, Amalfi, Camogli, Otranto, Tropea, Vipiteno, Lignano Sabbiadoro, solo per citare i più noti. Possiamo immaginare se Cortina d’Ampezzo venisse lasciata senza acqua per settimane, tutti i mesi, tutti gli anni, se Cernobbio fosse sepolta dalla spazzatura tanto da non consentire il passaggio dei bus, e così via!

Ad Arghillà tutto questo è consentito, da decenni, le problematiche sono complesse e a più livelli di responsabilità, che partono dal Comune di Reggio Calabria, dall’Aterp che gestisce i 1000 alloggi di edilizia popolare, per giungere alla Regione Calabria, a Questura e Prefettura, che assieme alle Forze dell’Ordine devono garantire la sicurezza dei cittadini, in primis degli stessi abitanti, e assistere e sostenere le azioni civiche tese a riportare un minimo di normalità nei rapporti, vigilando affinchè si blocchi la “transumanza” illegale di rifiuti che provenienti da tutta la città trasformeranno il Quartiere in una discarica a cielo aperto.

Della violazione dei diritti umani perpetrate in danno delle donne, dei bambini, degli anziani, dei disabili e di qualunque cittadino residente o dimorante ad Arghillà, ne deve rispondere direttamente lo Stato Italiano, aderente alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo, così come dei servizi essenziali negati ad una intera popolazione che abbiamo già visto corrispondere al 1789°sui quasi 8.000 comuni italiani.

Queste comunque le richieste integrali formulate allo Stato Italiano, e in particolare al Governo, titolare del potere esecutivo, in persona del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi:

  • L’immediata presa d’atto di una situazione conclamata e insostenibile di palese violazione dei diritti umani nel quartiere di Arghillà, e dei suoi circa 7.000 abitanti, con particolare riferimento al diritto alla salute, al diritto di poter vivere in un ambiente salubre e sicuro, al diritto di avere tutti i giorni un quantitativo sufficiente e dignitoso di acqua per poter espletare le ordinarie attività che in ogni luogo civile d’Europa dovrebbe essere patrimonio acquisito e garantito dallo Stato, come lavarsi, utilizzare i servizi igienici, programmare il bucato, cucinare, al diritto di abitare in un immobile che sia sicuro e manutenuto dalla proprietà, anche se pubblica, e non fatiscente, all’ espletamento di tutte le procedure per la regolarizzazione delle occupazione abusive per consentire il rientro nella legalità promosso, auspicato e consentito dalla legislazione nazionale e regionale, ma che ad Arghillà resta inattuato, al diritto ad avere una azione di contrasto alle povertà educative e sociali, che vede la Parrocchia e le Associazioni del luogo impegnate in una lotta impari,anche se preziosa.
  • La presa d’atto che la complessità della situazione e i diversi livelli di responsabilità richiedono l’istituzione di una Cabina di Regia statuale, vista l’impossibilità per gli organi preposti a livello locale di portare a termine tutte le necessarie attività per risolvere una problematica ultra ventennale che investe il Quartiere di Arghillà, che nonostante gli sforzi congiunti di Amministrazioni pubbliche , associazioni e cittadini, appare luntana dal risolversi, anzi ultimamente si è ulteriormente aggravata , come testimoniato dalle foto e certa dagli articoli allegati.
  • L’istituzione immediata di una Cabina di Regia su Arghillà, sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio dei Ministri , con l’individuazione di un Commissario dotato di pieni poteri ed in grado di attivare e mettere a regime tutte le risorse finanziarie e umane, già disponibili come ad esempio i fondi per la riqualificazione delle periferie (PINQUA) e ad oggi inutilizzate per ritardi e intoppi burocratici, individuando per Arghillà gli obiettivi specifici da raggiungere, che per il Coordinamento di Quartiere sono, nell’ordine, innanzitutto il rispetto dei diritti umani violati e l’erogazione dei servizi essenziali come acqua, salute, ambiente, spazzatura, manutenzione alloggi, regolarizzazione delle occupazioni abusive, educazione e socialità, con una tempistica certa sulle azioni da intraprendere, una verifica dei risultati raggiunti, e una supervisione statuale sui vari livelli di responsabilità che sia nel contempo garanzia di attuazione e rimedio ad una situazione di aperta violazione della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo, con tutte le conseguenze che essa comporta qualora venisse aperta una formale procedura di infrazione nei confronti dello Stato Italiano, garante e responsabile di tali diritti incomprimibili della persona, al di là di censo, area geografica e vincoli di bilancio, nello specifico inesistenti, data la disponibilità di cospicui finanziamenti.

Il Coordinamento di Quartiere, infine, dichiara la consueta disponibilità a supportare le azioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi preposti, collaborando sul territorio e nelle sedi opportune, così come sempre fatto , testimoniato dalle innumerevoli attività e tentativi portati avanti in questi anni nelle sedi istituzionali e sul territorio, ritenendo però che oggi, l’assunzione di una piena responsabilità dello Stato non sia più procrastinabile.

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