Di annunci mirabolanti, di progetti tanto ambiziosi quanto poi fumosi, ne sono stati fatti tanti. Milioni di risorse, di idee per segnare la svolta di un territorio che non ha mai davvero valorizzato le sue tante potenzialità. Ma la fotografia che arriva dal quartiere più grande e popoloso della periferia sud della città è quello dell’incuria. Pellaro chiede interventi. Non solo quelli strutturali che potrebbero segnare la svolta, basterebbe una semplice manutenzione ordinaria come la sostituzione delle lampadine fulminate (l’area della piazzetta di via delle Industrie è al buio solo dal 2016), la sistemazione dell’asse viario, la riparazione delle perdite tanto idriche che fognarie per migliorare gli indici da cui passa la qualità della vita. Ma invece anche gli interventi che possono apparire più “banali” qua diventano un’impresa titanica.
Un esempio? L’area dei sottopassi, la cerniera tra il centro abitato e il lungomare. Dal lato sud basta una pioggerellina perché la parte più bassa della strada si allaghi, dal lato nord invece l’asse viario è quasi impraticabile. Buche ampie e profonde costellano da una parte all’altra le carreggiate da entrambi di sensi di marcia. Si procede a stento e facendo sempre attenzione ad evitare scontri frontali, visto che vetture, motocicli devono fare gli slalom per limitare i danni. Va avanti così da mesi. Stessa cosa succede per il versante collinare. I sottopassi realizzati per evitare ai pedoni l’attraversamento della Statale 106 all’altezza della rotatoria sono impraticabili. Si sono trasformati in discariche dove abbandonare rifiuti di ogni genere. Luoghi bui e maleodoranti e inaccessibili visto che nella progettazione Anas ha “dimenticato” di realizzare le rampe di accesso per i passeggini o per chi ha problemi di deambulazione.
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