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Inaugurata a Reggio l'"Opera" di Tresoldi, il sindaco Falcomatà: Ora è nostra

«Opera è il nome di questa installazione artistica, ma può essere anche percepita come un’esortazione ad essere protagonisti. A ben “operare”...». Esordisce così il sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria (committente assieme al Comune dell'opera di Edoardo Tresoldi), Giuseppe Falcomatà, nel suo discorso per l'inaugurazione delle 46 colonne in rete metallica che svettano sulla passeggiata a mare con vista Stretto.

La pioggia ha sfiorato la cerimonia, ma fortunatamente Giove Pluvio è stato clemente, lasciando il posto a un crepuscolo violaceo striato dell'oro rosato del tramonto. Un'atmosfera dolce e rasserenante, degna cornice a un'opera d'arte che proietta l'immagine di Reggio Calabria nel mondo. «Ecco perché abbiamo scelto Edoardo Tresoldi – spiega il sindaco –, che la rivista americana Forbes ha inserito nella lista dei più importanti artisti europei under 30, per un'installazione finanziata con i Patti per il Sud, ovvero fondi vincolati per migliorare l'immagine della Città. E noi abbiamo scelto il migliore. L’Opera firmata da Tresoldi ci ha regalato una platea internazionale ma appartiene a tutti noi e dobbiamo sentirla nostra, goderne e prendercene cura. Abbiamo creduto che Reggio avesse bisogno di un qualcosa in più, di diverso, per esaltare questo meraviglioso luogo in cui viviamo e imparare ad apprezzare ogni giorno lo scenario unico dello Stretto... perché non ci si può "assuefare" alla Bellezza. Una cosa di cui c'è bisogno, come la gentilezza e l'istruzione. Ecco perché abbiamo chiesto a Edoardo Tresoldi di creare qualcosa che ci consentisse di guardare tutto ciò da una prospettiva diversa».

Doverosi, infine, i ringraziamenti di Giuseppe Falcomatà a tutto il personale comunale coinvolto nella realizzazione e, ovviamente, al giovane ma efficientissimo staff di Tresoldi. Che da parte sua ha sottolineato come «si può realizzare un monumento per celebrare la storia di un posto e la Calabria è indubbiamente importante. E ci sono dei dettagli nei luoghi che frequentiamo, magari impercettibili, che fanno parte della nostra quotidianità e sono dei luoghi immateriali... ho quindi trovato più importante “celebrare” momenti della quotidianità legati al lungomare».

Il giovane e geniale artista ha quindi rimarcato che «Reggio Calabria ha un monumento eterno che è lo Stretto, un luogo che ho frequentato per un mese e mezzo durante la creazione di Opera. Ed è stato uno dei cantieri più strani in cui abbia lavorato, dove il contatto con gli abitanti è stato pressoché quotidiano, ritrovandomi a contemplare ogni giorno questo suggestivo e mutevole scenario. La contemplazione non è una cosa così semplice, ovvero è molto semplice però in realtà forse la dimentichiamo ed è difficile poi recuperarla. L'azione di contemplare qualcosa implica mettersi di fronte a un paesaggio, un elemento, un soggetto e guardarlo, osservarlo, ascoltarlo, a volte senza esprimere il proprio parere... Se a un certo punto una nuvola copre una montagna, non è che possiamo dire “ah, la nuvola poteva fare così...” dobbiamo essere consci che quest'immagine è un racconto, una piccola astrazione poetica, un momento surreale, distaccato ma dalla potenza evocativa che è importante saper cogliere. Quindi, ho ritenuto interessante proporre il mio momento in un luogo dove l'intervento non fosse un “oggetto” da osservare o che ricordasse qualcosa di specifico. Per me l'importante era che fosse un luogo permeabile, aperto. Opera è un nome che sottolinea la capacità che abbiamo tutti quanti di riconoscere la grande opera che abbiamo di fronte tutti i giorni (lo Stretto, ndr), è l'intervento pensato e fatto per Reggio Calabria e spero che tutti possiate goderne».

Quindi, la parte artistica dell’inaugurazione: l’installazione sonora del musicista e compositore Teho Teardo che racconta la fusione tra Opera e il luogo attraverso un disegno sonoro articolato in diversi momenti della giornata (mattino, tramonto e notte), poi la poesia del grande Franco Arminio, poeta dello sguardo come cura e della parola come sguardo, e la vocalità flautata di Guido Maria Grillo con Francesco Loccisano e Fabio Macagnino. Incursione a sorpresa, applauditissima, di Brunori Sas, eccellenza calabrese amatissima adesso ovunque. E Opera sia.

Foto di Roberto Conte

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