Il Consiglio Metropolitano ha approvato la versione preliminare del Piano strategico metropolitano che, adesso, passerà al vaglio della Conferenza metropolitana per poi ritornare al centro della valutazione dell’aula “Leonida Repaci”. A relazionare sul punto è stato il consigliere delegato alla Pianificazione strategica, Giuseppe Giordano, parlando di un documento «flessibile, di orizzonte, di orientamento, che mette a fuoco le potenzialità del territorio e individua una visione strategica del presente proiettata al futuro». «Il Piano strategico – ha detto - nasce da precisi presupposti di metodo, passati da un processo circolare di inclusione e conoscenza integrata».
Per questo, il consigliere Giordano ha ricordato «la collaborazione di Svimez, importantissima nella stesura complessiva del documento di programmazione, esplicitata nella riunione della Cabina di regia che ha visto Luca Bianchi, direttore nazionale dell’Associazione per lo Sviluppo dell'industria del Mezzogiorno, confrontarsi con i maggiori attori sociali, imprenditoriali, sindacali, accademici e datoriali del territorio».
Dunque, alla base della stesura del piano «c’è un preciso lavoro di condivisione che ha coinvolto davvero tutti». «Un processo certosino ed articolato», lo ha definito Giordano che ne ha ripercorso «il tragitto segnato nel solco delle linee mandato, degli indirizzi e dell’attività svolta dal sindaco Giuseppe Falcomatà che, su questo piano, ha lavorato intensamente insieme ai miei predecessori, gli ex consiglieri delegati Fabio Scionti e Giuseppe Marino, cui va il mio più sentito ringraziamento».
«Tantissimi – ha aggiunto – sono stati i momenti di partecipazione attraverso il tavolo di partenariato socio-economico, i tavoli tematici, le riunioni con i Comuni nelle cinque macroaree ed i laboratori territoriali con 30 mila interazioni sui social». «Tutte queste sollecitazioni – ha aggiunto – hanno dato un impulso ai principi di identità territoriale, innovazione ed accessibilità che stanno alla base di un Piano che mette a frutto lo straordinario potenziale di questo unicum che è la Città Metropolitana di Reggio Calabria, la sola in Italia ad avere al suo interno un Parco nazionale e varietà territoriali preziose e irripetibili». Qui si inserisce il principio dell’identità che è Aspromonte, ma non solo: «Lo Stretto, la cultura, le tradizioni, la cultura grecanica, il bergamotto, l’entroterra rurale che diventa mosaico di testimonianze di un’evoluzione storica delle popolazioni che hanno costruito, attraverso un percorso plurisecolare, la Città Metropolitana che conosciamo oggi. E poi i valori dell’accoglienza, le straordinarie testimonianze archeologiche, paesaggistiche e naturali». «Il Piano strategico – ha spiegato Giordano - non fa solo narrazione, ma mette a sistema». Quindi, l’innovazione che è «una leva fondamentale per sviluppo tutti settori, a partire da quello sociale passando per i sistemi produttivi, le infrastrutture, le sinergie con il mondo accademico per implementare la ricerca e la formazione». Altro fattore determinante è il principio della sostenibilità: «Non solo ambientale - ha sostenuto Giordano - pur essendo esso stesso un cardine per un’area che, in Europa, costituisce un esempio di biodiversità». Il Piano strategico metropolitano, ancora, riconosce appieno il principio di «accessibilità a luoghi e territori secondo il concetto di mobilità sostenibile, facendo il paio con il Pums». «Sostenibilità e accessibilità – ha affermato il consigliere delegato - capaci di interpretare la storia, la cultura, le complessità e riduzione dei limiti e impedimenti in molte parti territorio». Ciò vuol dire anche riduzione del “digital divide”: «Il Piano contiene misure specifiche per mitigare ed azzerare il gap digitale». «Questo Piano – ha proseguito Giordano - ha individuato i diritti metropolitani, le econome identitarie, la rigenerazione dell’esistente e l’orizzonte Mediterraneo, un punto dirimente della nostra storia e del futuro dei prossimi 30 anni che si apre ad una prospettiva dell’intero Paese non solo per le congiunture planetarie, ma perché le conoscenze delle migrazioni possono diventare una ricchezza, creando un hub del Mediterraneo nello Stretto, con la Città Metropolitana quale baricentro». «Governance, legalità, sicurezza, cittadinanza, responsabilità e benessere della collettività non sono slogan – ha continuato - ma linee guida da cui si dipanano tutte le altre direttrici solide che proiettano l’efficacia di questo Piano». In questo senso, la rigenerazione dell’esistente diventa «condizione sine qua non per far uscire parti del territorio che hanno subito degrado».
«Attraverso queste direttrici e strategie – ha concluso Giordano – la governance metropolitana diventa la bussola per le amministrazioni locali e per la generazione metropolitana, un’opportunità per fermare l’emorragia dei giovani che lasciano il comprensorio facendo leva sul Pnrr e non solo. Poi i temi della creatività, della formazione, il potenziamento di quegli indicatori che hanno segnato degli elementi positivi come l’agroalimentare. Il Piano strategico ha proiezione triennale ma resta flessibile, aperto, disponibile ai mutamenti dettati dalla società e dal tempo. E’ uno strumento con un orizzonte solido che consentirà di orientare le politiche di questa istituzione, diventando uno zenit per tutti gli enti locali, ed un’interfaccia credibile con gli Enti sovraordinati e la Regione».
Per il consigliere delegato Giuseppe Ranuccio, il Piano strategico ha «un’importanza straordinaria assurgendo a “mini costituzione” della Città Metropolitana». «Per ila sua completa attuazione – ha aggiunto – è necessario che la Regione trasferisca le deleghe all’Ente per come previsto dalla legge».
Stesso concetto espresso dal consigliere delegato Salvatore Fuda: «La vera attuazione di questo Piano è capire se siamo in grado di costruire un luogo dove è bello vivere. Dobbiamo, quindi, avere capacità di decidere. In tutte le altre Città Metropolitane questo avviene, perché a Reggio Calabria questo diritto è negato? Semplificare il sistema di governo della Città Metropolitana ci può far essere più efficaci. Questo documento ci carica di ulteriori responsabilità».
Secondo il consigliere delegato Domenico Mantegna, l’approvazione del Piano strategico è una «tappa storica». «Iniziata su impulso del sindaco Giuseppe Falcomatà – ha ricordato – siamo di fronte ad un documento programmatico inclusivo, partecipativo e rispettoso delle necessità e delle aspettative del comprensorio metropolitano. Deve essere un Patto sociale con i nostri cittadini per contrastare il fenomeno triste dello spopolamento. Per questo deve parlare ai più fragili della società, dando priorità alle fasce più deboli. E’ un bene, quindi, che la Regione trasferisca al più presto le funzioni proprie della Città Metropolitana e, in questa battaglia, serve il contributo e la collaborazione di tutti».
Per il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, questo Piano strategico rappresenta una «speranza per il nostro territo». «Il metodo che ha portato alla sua stesura – ha sottolineato - continua ed essere una caratteristica per questa amministrazione che ha fatto della partecipazione e della condivisione un marchio distintivo. Avremmo potuto confezionarlo con i nostri uffici, ma le tante riunioni fatte negli anni ci consegnano un documento con una visione diversa rispetto al passato. Questa sfida, però, non possiamo vincerla se la Regione non deciderà di dare le funzioni delegate a Città Metropolitana. E’ un argomento che deve unire tutti noi perché sta diventando sempre più difficile rispondere alle esigenze dell’area vasta con i soli fondi di bilancio interni. Un’unità quanto mai necessaria per poter aspirare ad un colloquio cordiale e garbato con la Regione affinché il gap infrastrutturale che scontiamo possa finalmente essere abbattuto».
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