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Reggio si (ri)affida alla Patrona. La sacra effigie riportata all’Eremo

Niente processione a causa della pandemia, rinnovato però il tradizionale atto di fede

Fede e devozione più forti del Covid. La pandemia forzatamente cambia i riti, ma non il rapporto tra Reggio e la sua Patrona. E nonostante sia stato ancora una volta impossibile organizzare la tradizionale processione della “risalita”, non è mancato ieri “l’abbraccio” della città alla Madonna della Consolazione, il cui venerato quadro è salito nuovamente a bordo di un bus per il viaggio di ritorno che lo ha condotto dal Duomo – dov’era stato portato a settembre – fino alla basilica dell’Eremo. Come da antichissima trazione, proprio nell’ultima domenica del tempo ordinario prima dell’Avvento, solennità di Cristo Re, si è dunque ripetuto il rito della “risalita”, anche se con modalità forzatamente rispettose delle normative anti-Covid. A causa del Covid, infatti, le processioni restano ancora sospese, sebbene ai fedeli sia stato comunque concesso di partecipare all’importante momento per la comunità reggina. In mattinata l’arcivescovo Fortunato Morrone ha presieduto la celebrazione pontificale, l’ultima messa in Duomo alla presenza del quadro della Madonna della Consolazione. Il trasferimento vero e proprio dell’effigie è stato effettuato invece nel pomeriggio, preceduto da un momento di preghiera. Alle 15 il quadro ha lasciato la Cattedrale, collocato su un bus cabrio dell’Atam (come è stato fatto per la discesa del secondo sabato di settembre scorso), e attraversando le vie cittadine è arrivato all’Eremo della Madonna della Consolazione. Qui la famiglia religiosa dei padri cappuccini ha accolto il sacro simbolo per custodirlo fino a sabato 10 settembre 2022, quando il quadro sarà nuovamente trasferito in Duomo.

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