Il Sant'Agata riapre alla gente, nel segno di una continuità che si fonde con passione e ambizioni. Dopo la firma della convenzione con il Comune di Reggio Calabria, che consentirà alla Reggina di gestire il centro sportivo fino al 2040, nella serata di ieri il club ha incontrato la stampa. «Questa non è certo una visita guidata - ha dichiarato ai giornalisti presenti il direttore generale Giuseppe Mangiarano -, perché il Sant'Agata è la vostra casa, è la casa di tutti i tifosi della Reggina. Nel corso degli anni, qui dentro avete vissuto gioie e dolori, sconfitte e delusioni. Tramite questo incontro, vogliamo farvi toccare con mano non solo quello che è stato fatto, ma anche quello che andremo a costruire nel tempo. Un percorso che nasce dalla passione e dai sacrifici del presidente Gallo, il quale ha investito in questa struttura fin dal primo giorno e di certo continuerà a investire. Il Sant'Agata ha riaperto al pubblico, ovviamente il tutto passerà dalle misure anti Covid, alle quali bisognerà attenersi fino alla fine della pandemia».
Una importante novità, emerge dai campi di allenamento: «Abbiamo deciso di usare lo stesso manto erboso del Granillo - prosegue Mangiarano -, i lavori sono cominciati appena è terminata l'attività della prima squadra. Qui ci sono persone che fanno parte della tradizione amaranto da tanto tempo, il club non ha mai pensato di spezzare i fili che conducono a una storia che va avanti da oltre un secolo».
Tante zone, vedi la sala stampa, la foresteria, la palestra e la mensa, rappresentano già un'assoluta eccellenza, con riferimento sia alla prima squadra che alle giovanili. Altre invece, saranno oggetto di migliorie e investimenti futuri. «Sarebbe stato troppo comodo - spiega il dg -, farvi vedere soltanto i settori già completati. È nostra intenzione mostrare la struttura nella sua interezza, in modo che possiate percepire anche la progettualità e la programmazione esistenti all'interno della Reggina».
Restando in tema, i lavori in corso comprendono l'area spogliatoio, all'interno della quale campeggia la frase “La differenza tra un uomo ed un eroe”, rivolta dal presidente Gallo alla squadra due anni or sono, prima di un importantissimo derby col Catanzaro.
La mente non può che tornare indietro nel tempo, quando il settore giovanile amaranto non solo raggiungeva risultati importantissimi a livello nazionale, ma plasmava giovani calciatori, i quali si sarebbero rivelati fondamentali in ottica prima squadra.
Un modello ancora proponibile, oppure bisognerà restare imprigionati in un passato che non tornerà più? Sull'argomento è intervenuto Salvatore Laiacona, responsabile dell'attività di base: «Ricordo la stagione 2011/2012, quando la Reggina aveva in rosa ventuno calciatori provenienti dal settore giovanile. Oggi è un altro calcio, i tempi sono cambiati e il club ha dovuto fare i conti con un fallimento. Nonostante ciò, siamo convinti che il nuovo progetto porterà risultati importanti nel giro di 3-4 anni. A tale proposito, presto ci saranno grosse novità».
Le foto sono di Attilio Morabito
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