L’edizione di ieri della Corrireggio, “una corsa d’amore lunga quarant’anni”, ha rappresentato una sorta di esposizione universale di valori e virtù civiche positive in cui buona parte della comunità cittadina sa e può riconoscersi.
Una manifestazione in cui i veterani di Legambiente, insieme alla Fidal, ai giovani della Reggina e ad altre organizzazioni sportive e culturali, ai volontari di Protezione civile, della Croce Rossa, della Polizia municipale e metropolitana, a realtà imprenditoriali della città e, non da ultime, alle Amministrazioni comunali e metropolitane patrocinanti la manifestazione, si impegnano per garantire la corsa cittadina e la condivisione di messaggi e simboli di progresso che partono dal Lungomare per irradiarsi ben oltre i confini dello Stretto “con un linguaggio leggero ma non superficiale”. Questo format si ripete, vincente, esattamente da 40 anni. Da quando un giovane Nuccio Barillà, diede vita alla prima manifestazione a difesa della fragile collina di Pentimele minacciata da una speculazione edilizia senza scrupoli.
Il colpo di pistola dello start arrivato in tarda mattinata per consentire anche agli ultimi ritardatari di allinearsi sotto lo striscione di partenza è stato così il punto culminante di una mattinata cominciata presto con l’allestimento di stand e gazebo. Man mano che il sole saliva, l’atmosfera si scaldava con la gente in fila per prendere la sacca sportiva e il pettorale e, subito dopo, iniziare a girare per le tantissime foto di rito, i saluti e gli appuntamenti propedeutici, come quello con la mascotte di quest’anno, la piccola e mansueta Cloe, un pony che da ieri cambierà nome in… “Corrireggio”. D’altronde gli amici a quattro zampe sono una presenza consueta alla corsa e tanti apparivano dotati di maglietta d’ordinanza. Così come i passeggini con bimbi piccolissimi come il piccolo Bilal di appena tre mesi che si contende con un altro bimbo di trenta giorni più piccolo il titolo di più giovane partecipante alla gara.
La presenza di bambini e di “diversamente giovani” come Vincenzo Tripodi classe 1942 - che con orgoglio ci dice di aver partecipato a tutte le edizioni della Corrireggio -, testimoniano l’inclusività della manifestazione; valore ribadito da Antonello Scagliola, presidente del Comitato italiano paralimpico, presente per salutare i tanti atleti diversamente abili partecipanti.
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