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Gioia Tauro, interrotta la partita di calcio dei migranti

Sono stati identificati circa 50 extracomunitari di varia nazionalità impegnati in una sfida di calcio a 11, con tanto di riserve e spettatori, violando le norme anti assembramento

"La legge è legge", per citare un celebre film di Totò e Fernandel, e così può capitare anche che il giorno di San Silvestro di quest'anno horribilis segnato dalla pandemia le forze dell'ordine debbano intervenire a Gioia Tauro per far rispettare le norme anticontagio e disperdere un palese assembramento interrompendo una bella, spensierata ma "vietata" partita di calcio che si stava svolgendo allo storico "Cesare Giordano" di via Rimembranze tra giovani extracomunitari residenti presso il campo container di contrada Testa dell'acqua di Rosarno. A fischiare il triplice fischio anticipato gli agenti della Polizia di Stato insieme ai militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza intervenuti a seguito di una segnalazione pervenuta al Commissariato di Gioia Tauro, guidato dal primo dirigente Diego Trotta che ha coordinato l'operazione interforze. Chiuse le vie d'accesso e perimetrato dall'esterno il rettangolo di gioco, le forze dell'ordine hanno provveduto a identificare i presenti, circa 50 extracomunitari di varia nazionalità impegnati in una sfida di calcio a 11, con tanto di riserve e spettatori, comminando nei loro confronti le sanzioni previste in applicazione delle vigenti norme del Governo che hanno imposto la zona rossa in tutto il territorio nazionale e il lockdown durante i giorni di festa.

Interrotta la partita tra migranti a Gioia Tauro

I giovani atleti in erba, è giusto sottolinearlo, anche grazie al giusto approccio delle forze dell'ordine, non hanno opposto alcuna resistenza e, riposte casacche e palloni dentro le loro buste, hanno fatto rientro mesti presso la propria dimora. Lascia perplessi invece il fatto che, come noto, il "Cesare Giordano" è una struttura tutt'oggi sotto sequestro a seguito dell'operazione "Cumbertazione" messa a segno dalla DDA reggina che ha svelato presunte commistioni tra imprenditori, 'ndrangheta e professionisti per accaparrarsi gli appalti pubblici, e, in teoria, dovrebbe essere inaccessibile. Invece, il campetto, di cui probabilmente il Comune è custode, è quotidianamente frequentata da bambini che giocano al pallone, ragazzi che si allenano e adulti che portano il cane a passeggio riuscendo ad accedervi grazie a dei varchi aperti lungo la rete di recinzione. La prima domanda che viene in mente è: se qualcuno si fa male chi ne risponderà?

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