Domenico Gallo, definito da un collaboratore di giustizia “miliardario del bitume”, sarebbe riuscito a creare, nel giro di qualche decade, quella amalgama con esponenti della ‘ndrangheta, uomini della Pubblica amministrazione e faccendieri che gli ha consentito di accaparrarsi l’esecuzione di grandi opere pubbliche, confermando quanto evidenziato da informative di Polizia sul suo conto, sin dal lontano 1985.
Le forze dell'ordine hanno confiscato un ingente patrimonio (costituto da 13 società di capitali e relativo patrimonio aziendale, quote societarie relative ad una società di capitali, 11 beni immobili, tra terreni, fabbricati e una villa di pregio, 1 autoveicolo, 12 orologi di valore e altre disponibilità finanziarie come rapporti bancari e assicurativi) per un valore complessivo di oltre 212 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore Domenico Gallo (1956), accusato di essere vicino alle cosche “Piromalli” e “Zagari-Fazzalari”, operanti nel mandamento tirrenico della ‘ndrangheta reggina.
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