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Reggio, hanno favorito la latitanza di Domenico Romeo: 5 in manette

Cinque arresti per favoreggiamento della latitanza di Domenico Romeo, l’uomo ricercato dal luglio 2019 e poi arrestato il 2 febbraio scorso per traffico internazionale di stupefacenti aggravato da finalità mafiose. Alle prime ore di questa mattina i carabinieri della compagnia di Palmi (provincia di Reggio Calabria), supportati nelle fasi esecutive da personale dello squadrone eliportato cacciatori 'Calabrià, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di 5 misure cautelari, 2 in carcere e 3 ai domiciliari, emesse dal tribunale di Reggio Calabria-sezione gip-gup a seguito della richiesta avanzata dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria.

I nomi

I 5 sono Biagio Versaci e la moglie Maria Francesca Cammaroto, i fratelli Antonio e Francesco Alvaro, e la cugina Domenica Alvaro: tutti sono ritenuti favoreggiatori della latitanza di Romeo che era ricercato dal luglio 2019 a seguito dell’emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della Dda di Genova per traffico internazionale di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose nell’ambito dell’indagine "Buon vento genovese" della Guardia di finanza del capoluogo ligure.

Gli incontri con moglie e figlio

L’indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal pm Giulia Pantano, ha consentito di scoperchiare l’articolato ed organizzato sistema messo a punto dagli arrestati al fine di favorire la latitanza di Romeo garantendogli  incontri con i suoi familiari, in particolare con la moglie Angela Lirosi e il figlioletto di soli 17 mesi, oltre che con i suoi genitori, che venivano trasportati attraverso movimenti e trasbordi da un’autovettura all’altra e condotti sino al covo del fuggiasco; consentendo a quest’ultimo di aver contatti e rapporti con i suoi prossimi congiunti senza esporsi e senza ostentare la propria persona, messa così al riparo dalle ricerche in atto. Ma non solo. L’ausilio al latitante è stato garantito anche attraverso la messa a sua disposizione di un immobile nella esclusiva disponibilità degli Alvaro e di proprietà di Domenica Alvaro nonché attraverso le garanzie di telefoni cellulari dedicati al contatto del Romeo con i suoi familiari.

La "strategia" dei cambi di vettura

Il meccanismo escogitato, semplice e sofisticato nel contempo, prevedeva numerosi cambi di vettura, effettuati in punti strategici e poco controllabili dalle forze dell’ordine, per mezzo dei quali i parenti venivano trasportati sino al covo del latitante, senza il ricorso ad alcuna comunicazione telefonica.
Nel corso delle indagini è stato fotografato passo passo il sistema di favoreggiamento della latitanza di Romeo alimentato e gestito con continua e meticolosa organizzazione dai coniugi Versaci-Cammaroto e dai fratelli Antonino e Francesco Alvaro, figli di Vincenzo cl ’72 condannato nel procedimento "Santa Fè" nonché fratello di Antonio, coindagato di Romeo nel procedimento penale “Buon vento genovese”.

Le misure

In particolare ai fratelli Antonino e Francesco Alvaro, nonostante fossero considerati dai coindagati come “ragazzini”, il Romeo si era materialmente affidato in ragione della loro fedeltà alla cosca Alvaro, dimostrata in più circostanze durante l’attività d’indagine. Domenica Alvaro che non ha esitato a mettere a disposizione della “famiglia” un immobile in favore del pericoloso latitante. I coniugi Versaci-Cammaroto hanno reiteratamente, con dedizione assoluta e massima disponibilità, garantito non solo tutti gli spostamenti dei familiari di Romeo nel suo covo, ma anche custodito un prezioso cellulare attraverso il quale i familiari, e probabilmente non solo, intrattenevano colloqui riservati e segreti col fuggiasco. La cosca Alvaro si conferma così non solo estremamente pericolosa, come testimoniato dai molteplici processi, tra cui da ultimo Iris ed Eyphemos nei quali sono state emesse diverse decine di ordinanze custodiali che hanno decapitato la struttura di ‘ndrangheta, ma anche assai esperta nella gestione dei latitanti. Moltissimi sono stati infatti gli Alvaro o contigui ad essi di cui è stata garantita la latitanza nel tempo a comprova della vasta e fitta rete di fiancheggiatori su cui poter contare e nella quale rientrano gli odierni indagati. Al termine delle formalità di rito, i fratelli Alvaro Antonio sono stati portati in carcere mentre Domenica Alvaro, Biagio Versaci e Maria Francesca Cammaroto sono stati posti ai domiciliari.

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