Camerieri, personale di sala, cuochi, addetti alla cucina. Con l'arrivo dell'estate rappresentano i mestieri più richiesti nel mondo della ristorazione. Come confermato da uno studio della Confcommercio di Milano, alla base della difficoltà delle imprese di reperire personale vi è l'indisponibilità a lasciare il reddito di cittadinanza, ma anche la mancanza di formazione e la poca propensione a lavorare in giorni come il sabato e la domenica. Difficoltà che stanno emergendo anche a Reggio Calabria, dove sono molte le imprese a caccia di personale anche in vista dell'imminente stagione estiva.
Abbiamo sentito il presidente della Fipe Confcommercio Vincenzo Pennestrì e il ristoratore Giuseppe Ferranti.
Pennestrì: "Si pensa solo ai soldi. Mancano formazione e passione"
"La situazione a Reggio è simile a quella in tutt'Italia - osserva Pennestrì - ma vorrei sottolineare che non c'è difficoltà solo nell'ambito stagionale, ma anche nell'ambito annuale e a tempo indeterminato. C'è una crisi di personale, ma - sottolinea ancora - c'è una crisi professionale in quanto tutti i ragazzi che si avvicinano a questo settore sono messi fuori strada da trasmissioni che fanno sulla cucina e vengono qui con tutt'altra idea. Abbiamo il problema che non c'è formazione, la scuola, anche se alberghiera, non da la dovuta formazione e tutti i ragazzi che vengono qui hanno tutti lo stesso problema. Vogliono sapere quanto prendono, che cosa gli spetta. Ma non si domandano se sanno due lingue, se conoscono la materia prima. Non sono appassionati, ma lo fanno esclusivamente per una cosa economica. Ci rivolgiamo a tutti, dai 18 fino ai 35 anni. Nei 18 non c'è la voglia di mettersi in gioco, nei 35 ci si sente già arrivati e secondo me è un pò presto. Da una parte c'è il reddito di cittadinanza che fa stare bene e fa accontentare soprattutto i giovani, dall'altro c'è il fatto che una persona che lavora qui da noi prende uno stipendio che è almeno il doppio del reddito di cittadinanza. Dunque, c'è anche la poca volontà di lavorare. Noi ci siamo adeguati ai contratti nazionali, ai loro diritti e ai nostri doveri come abbiamo sempre fatto. Ma purtroppo c'è il fatto che il sabato vogliono andare in discoteca, la domenica vogliono andare a mare e noi essendo gelateria il nostro periodo clou è quello estivo. Già un anno prima del Covid avevamo avuto i primi sentori e quest'anno stiamo avendo grossi problemi e soprattutto per gli imprenditori che vogliono andare a fare nuovi investimenti tutto ciò rappresenta un freno".
Ferranti: "Su 120 persone che ho chiamato solo una disponibile. Nessuno vuole fare più sacrifici"
"Fortunatamente - afferma Giuseppe Ferranti ho i miei collaboratori che stanno con me da quando abbiamo aperto da dieci anni. Ma per il tanto lavoro, anche io ho bisogno di persone nuove. Sono per il reddito di cittadinanza, per aiutare le persone. Ma bisogna farlo con criterio. Mi sono rivolto a dei centri per l'impiego dove mi hanno dato una lista di persone sulle quali telefonare e su quasi 120 numeri purtroppo solo una è venuta a lavorare. Poi chi mi attaccava il telefono in faccia, chi non rispondeva, chi stava già lavorando da altre parti. Il problema principale è che nessuno più vuole fare i sacrifici. Il lavoro della ristorazione è un lavoro fatto di sacrifici, tutti quanti si lamentano delle paghe, degli orari e sicuramente c'è qualche imprenditore che ha abusato della situazione. Però io posso dire che secondo me se metto a confronto la mia gavetta con quello che hanno adesso i ragazzi, io penso di essere stato sfruttato. Ma sfruttato con piacere perchè sapevo che stavo imparando un mestiere, facevo dei sacrifici. Oggi purtroppo ci sono molti leoni da tastiera che ti analizzano il fatturato, la tua vita e se vai a vedere non hanno mai investito un euro in vita loro. Sono per aiutare il prossimo però purtroppo c'è da da dire che nessuno più vuole fare i sacrifici. Io non mi ritengo il migliore di tutti gli imprenditori, ma cerco di stare sempre dalla parte dei miei collaboratori perchè dico sempre che tutto ciò che possiedo è grazie a loro che sono la mia famiglia e cerco di non fargli mancare nulla. Però, ripeto, è che nessuno più vuole fare sacrifici, vogliono avere tutto e subito".
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