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C’è un indizio anche
per il secondo corpo

Un duplice ed efferato omicidio ancora avvolto nel giallo. E di non facile soluzione, almeno per il momento. A distanza, infatti, di circa 36 ore dal macabro ritrovamento di due cadaveri completamente carbonizzati all’interno di un’automobile Alfa Romeo 147 in uso a un pregiudicato roccellese, né gli investigatori della Polizia di Stato del commissariato di Siderno (sono loro a svolgere le indagini coordinate dalla Procura di Locri), né i carabinieri della compagnia di Roccella Jonica, si sono sbilanciati sull’identità delle due persone, verosimilmente entrambe di sesso maschile, rinvenute nella parte posteriore dell’autovettura Alfa Romeo incendiata dai killer nella isolata e difficilmente raggiungibile zona agricola di aperta campagna della contrada Domolà di Caulonia, al confine col territorio del comune di Roccella Jonica. Allo stato, gli unici particolari investigativi emersi con chiarezza e confermati dalle indagini finora compiute, sono rappresentati dal fatto che l’auto Alfa Romeo 147 era da un bel po’ di tempo utilizzata giornalmente dal pregiudicato di Roccella Francesco Coluccio, alias “U ‘Nzurru”, di 41 anni (che manca da casa da giovedì mattina) e che un quasi coetaneo e amico di Coluccio, residente però a Marina di Gioiosa, è anch’egli all’improvviso sparito tant’è che da giovedì mattina, non rientrando a casa, non si hanno sue notizie. Appartengono, quindi, a loro i due corpi carbonizzati trovati giovedì sera nella isolata contrada cauloniese all’interno dell’autovettura. Al momento, al di là delle voci e delle ipotesi investigative fin qui fatte nelle ultime 36 ore, è davvero un azzardo dirlo. «Sulla vicenda ci vuole cautela anche perché ci sono ancora alcuni importanti aspetti da chiarire, a cominciare dall’identità delle due persone»: questo il ritornello somministrato a più riprese in questi due giorni da diversi investigatori. Per sciogliere, comunque, l’importante interrogativo sull’identità dei due cadaveri, (aspetto, questo, che tra l’altro, potrà dare una direzione giusta alle indagini della Polizia di Stato) il sostituto procuratore di Locri, Rosanna Sgueglia, ha disposto per lunedì prossimo l’esame autoptico sui due corpi carbonizzati. Ad eseguire l’autopsia sarà l’esperto medico legale, dott. Aldo Barbaro, di Reggio Calabria, mentre la dottoressa Anna Barbaro si occuperà dell’esame del Dna. Se, quindi, ancora gli inquirenti continuano a nutrire forti dubbi sull’identità delle due vittime, ben diversi, invece, col passare delle ore, si stanno delineando i contorni dell’efferato duplice omicidio. Dalle indagini fin qui compiute dagli investigatori, infatti, appare verosimile l’ipotesi che le due vittime, cadendo in un tranello tesogli da persone fidate, siano state uccise, magari con diversi colpi d’arma da fuoco, in una zona di campagna diversa rispetto al luogo dove poi sono stati trovati i cadaveri. Dopo il duplice omicidio i killer (ad agire sarebbero stati almeno in due) avrebbero, allontanandosi da un luogo fin troppo compromettente, caricato tra il bagagliaio e il sedile posteriore, appositamente abbassato, dell’automobile Alfa Romeo 147 i due corpi, portandoli nell’isolata zona di campagna della contrada Domolà. Qui i sicari, col chiaro intento di non lasciare tracce del loro breve “passaggio” all’interno dell’automobile, dopo aver rotto i finestrini posteriori dell’auto e cosparso l’interno del veicolo con abbondanti dosi di liquido infiammabile, hanno appiccato l’incendio, causando quindi la totale distruzione del veicolo e la carbonizzazione dei due corpi. Insomma una efferata e orribile esecuzione in perfetto stile mafioso studiata, tra l’altro, in tutti i più piccoli particolari.

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