Una furia assassina scatenata da una relazione d’amore extraconiugale tra Fabrizio e Simona, figlia di Antonio Napoli; un piano orchestrato per stroncare il rapporto eliminando l’uomo che aveva insidiato la figlia sposata. È l’ipotesi che la procura svilupperà nel corso del processo che si è aperto ieri al tribunale di Palmi. Non solo. La pubblica accusa punterà a dimostrare che Antonio Napoli, considerato il “regista” dell’omicidio, ha voluto punire Fabrizio anche da morto, facendolo scomparire e impedendo ai familiari una degna sepoltura. Così è stato per un anno, fino a quando lo stesso assassino non ha deciso di consegnarsi alla giustizia consentendo ai carabinieri di ritrovare il cadavere.
Sull’altro fronte i difensori cavalcheranno una tesi alternativa, cercando di dimostrare che l’omicidio è maturato dopo una lite violenta tra Fabrizio e il padre di Simona, tentando di smantellare l’ipotesi della premeditazione. Figura centrale del processo sarà proprio lei, Simona. Ha indicato la pista agli investigatori e ora dovrà testimoniare contro i suoi familiari.
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