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I funerali di Fabrizio,
il giorno del dolore

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Tantissima gente ha ieri dato l'estremo saluto a Fabrizio Pioli. Al corteo funebre che si è mosso dalla camera ardente allestita nell'officina di via Nazionale non erano presenti solo amici e conoscenti della famiglia ma anche tante persone estranee, quasi volti anonimi, che hanno voluto manifestare la propria solidarietà e fare sentire la propria vicinanza al padre alle sorelle e a tutti gli altri congiunti del giovane elettrauto, protagonista in prima persona di una terribile tragedia che non potrà mai essere dimenticata. Lutto cittadino con scuole chiuse, negozi ed esercizi pubblici con le serrande abbassate per l'intero pomeriggio: è stato anche questo un segno di testimonianza e di solidarietà in un momento caratterizzato da dolore e lacrime, oltre che dalla partecipazione e dalla presenza delle civiche amministrazioni di Gioia Tauro e di Melicucco, guidate dai sindaci Renato Bellofiore e Francesco Nicolaci. Tra la folla anche le rappresentanze delle scuole cittadine, delle associazioni culturali, delle associazioni sportive, delle società locali di mutuo soccorso, delle delegazioni di varie scuole di tanti centri della Piana; e ancora le rappresentanze delle parrocchie di Gioia Tauro, dell'Associazione commercianti, della Pro Loco e di associazioni culturali di Melicucco, degli scout e dell'Azione cattolica. “Fabrizio è vivo dentro di noi”, recitava uno striscione che apriva il corteo funebre e che precedeva cinque corone di fiori bianchi. Subito dopo la bara portata a spalla da un gruppo di amici, seguita oltre che dai famigliari da tanta gente che ha percorso in silenzio via Nazionale, la strada provinciale e poi via Gregorio VII per giungere nella chiesa di San Francesco dove mons. Albino Caratozzolo ha celebrato la messa di suffragio. All'omelia il parroco ha ricordato la figura di Fabrizio: «Per la famiglia, per i congiunti, è un dolore immenso – ha detto il sacerdote – e solo la preghiera potrà lenire veramente il loro grande dolore. Non sappiamo come spiegarci e come giustificare e come capire la morte di Fabrizio e forse solo il tempo, sì il tempo, ci potrà fare comprendere tante cose». Ancora lacrime, tante lacrime, quando il feretro ha lasciato la chiesa di San Francesco e sul sagrato, a nome del movimento “Io Sono Fabrizio”, Antonio Castellano ha indirizzato un messaggio alla famiglia, al padre Antonio, alle sorelle Simona e Romina, a tutti gli altri congiunti di Fabrizio Pioli sottolineando ancora una volta la disponibilità, la bontà, l'attaccamento al lavoro di un giovane «vittima – ha detto – di quel dolce sentimento che si chiama amore». E subito dopo il presidente delle Provincia, Giuseppe Raffa, e il presidente dell'Associazione antiracket e antiusura di Messina, Mariano Nicotra, hanno preso la parola per fare pervenire ancora una volta parole di solidarietà e vicinanza a tutta la famiglia Pioli distrutta da un dolore grande e incommensurabile che - è stato detto - il tempo non potrà mai placare.

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