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Calabria in piazza
contro le armi chimiche

 

Alcune centinaia di persone si sono radunate stamani, sotto una pioggia battente, davanti al Comune di San Ferdinando per manifestare contro la decisione del Governo di far transitare dal porto di Gioia Tauro le armi chimiche siriane. Un gruppo di studenti ha esposto uno striscione con scritto "no veleni, sì alla vita". Il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa ed alcuni sindaci dell'area, nei loro interventi, hanno ribadito il no all'operazione definita "scellerata" per i rischi che comporta per la popolazione sottolineando come gli amministratori della piana di Gioia Tauro non sono contrari alle operazioni di pace ma intendono, però, tutelare la salute della cittadinanza dell'area.

Il Coordinamento Sul dei portuali di Gioia Tauro ha aderito alla manifestazione proclamata per oggi. ''In attesa di dati e notizie ufficiali - è scritto in una nota - la confusione regna sovrana. E' un susseguirsi di agenzie di stampa che non contribuisce a fare chiarezza su un'operazione a quanto pare definita di 'portata storica' da parte del Pentagono, ma sulla quale permangono ancora troppe zone oscure. Alla nostra organizzazione, più degli interessi nazionali ed internazionali in gioco, preme la salute e la sicurezza dei nostri cittadini e dei lavoratori del porto di Gioia Tauro. E, purtroppo, dobbiamo prendere atto che a tutt'oggi gli enti preposti più volte da noi sollecitati formalmente, non hanno fornito alcuna garanzia in relazione all'esecuzione delle operazioni che vedranno il trasbordo di tali contenitori nel nostro porto. Piuttosto nel corso dei giorni scorsi sono aumentate le nostre preoccupazioni ed i nostri dubbi, quando il ministro Lupi ha dichiarato che il passaggio di sostanze chimiche simili a Gioia Tauro è prassi e che quindi non c'è nulla da temere. Ma se così è, perché si continua a parlare di misure eccezionali, come la chiusura del porto nel raggio di un chilometro? E' davvero solo un problema legato al terrorismo o c'è dell'altro?. Comunque sono essenzialmente due le cose che mancano in tutta questa vicenda: la chiarezza e le garanzie di sicurezza per il nostro territorio. Per il passato, ed a tal proposito è bene che il ministro chiarisca se a Gioia Tauro sono transitate a nostra insaputa gas nervini o altre sostanze tossiche, e per il futuro. Perché a questo punto occorre dotare il porto di strumentazioni in grado di rilevare se transitano merci radioattive o altro a tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini''. 

''Per questi motivi - prosegue la nota - il Coordinamento sarà al fianco dei cittadini, dei lavoratori, dei sindaci e delle associazioni che a San Ferdinando manifesteranno tutte le loro preoccupazioni ed i loro dubbi in merito di una vicenda che non può essere imposta alla gente senza una preventiva informazione e non può costituire un elemento di baratto con la Zes che dovrà avvenire a prescindere, perché Gioia Tauro rientra nei parametri previsti dall'Europa e se non si concretizzerà sarà soltanto per il disinteresse dei nostri rappresentanti al Governo nazionale ed al Parlamento Europeo. Quello stesso disinteresse che ha portato il nostro porto ad essere, al momento, fuori dal Piano nazionale della Logistica e dalle direttrici europee''. ''Al momento - conclude il Sul - è necessario agire e non speculare, non permetteremo a nessuno di usare il porto di Gioia Tauro e i portuali gioiesi per un momento di visibilità personale o di partito. Pretendiamo correttezza, lealtà e reale impegno per il rilancio del nostro porto a salvaguardia dei lavoratori e dei cittadini calabresi, 'popolo che non dimentica alle elezioni'''.

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