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Gioia Tauro, crocevia
del narcotraffico

  Il business della droga gestito dalle cosche di ’ndrangheta della Locride passa prevalentemente, ma non esclusivamente, dal porto di Gioia Tauro. Le colossali partite di cocaina spedite dal Sud America approdano nel vecchio continente attraverso quattro porti. Accanto a Gioia Tauro, la porta d’accesso privilegiata, sono utilizzati con crescente frequenza gli scali di Leixoes in Portogallo, Valencia in Spagna, Anversa in Belgio. Un dato che i magistrati della Dda di Reggio Calabria, i finanzieri del Goa di Catanzaro, dello Scico di Roma e la Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) hanno ricavato dall’inchiesta “Buongustaio”, l’ennesimo colpo al narcotraffico internazionale gestito dalle ’ndrine reggine che ha visto finire in carcere 44 persone che operavano sull’asse Locride-Brasile. In appena un anno di attività investigativa – dal 17 agosto 2012 al 29 agosto 2013 – gli 007 delle Fiamme Gialle hanno intercettato e sequestrato ben undici spedizioni di stupefacenti. Partenza dal Sud America, con lo scalo di Santos (Stato San Paolo Brasile) in cima alle preferenze; destinazione Europa. Cinque volte a Gioia Tauro.

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