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E il vescovo annuncia
provvedimenti energici

 E' fortemente contrariato il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito, dopo aver appreso la notizia della sosta della processione davanti all’abitazione del presunto boss della 'ndrangheta Giuseppe Mazzagatti. Mons. Milito oltre a prendere le distanze dall’episodio annuncia che saranno presi dei "provvedimenti energici in modo da far capire che non ci possono essere alleanze contro la fede». Mons. Milito, 66 anni originario di Rossano (Cosenza), guida la diocesi di Oppido-Palmi dal 4 aprile del 2012. Stamane dopo aver saputo della vicenda della processione della Madonna delle Grazie, il prelato non ha esitato il fatto come «molto grave». «In tempi brevi - ha aggiunto - prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti». Il Vescovo, che stamane era a Oppido Mamertina, è poi partito per impegni pastorali. Ma il suo pensiero è sempre rivolto a quanto accaduto in questi ultimi giorni. «Non c'è bisogno di comprovare, perché c'è il fatto, e basta. C'è soltanto necessità di avere elementi di comprensione maggiore. Al di là di questo, le mie posizioni saranno molto energiche sull'argomento. Saranno tali da far capire che bisogna nel modo più assoluto ricordarsi sempre che non ci possono essere alleanze di alcun genere che siano contro la fede. Questo è un punto fermo, quali che siano le tradizioni ataviche, i collegamenti che possono esserci, le interpretazioni che si possano dare».
Il prelato affronta anche il tema della crescita della coscienza civile in Calabria contro la 'ndrangheta. «C'è, da parte di tanta gente un rifiuto netto - ha detto - anche perché
qualcuno paga di persona. In tante parrocchie si fa opera di educazione delle coscienze senza concedersi un attimo di tregua. Ma non si può negare che attorno e accanto a questa posizione ferma di tante persone, sopravvive ancora, per tanti motivi, questa forma di omertà, di paura, di non avere il coraggio, o di volere comunque imporre stili che, comunque, con la fede nulla hanno a che fare». (ANSA).

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