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Suicidio Cacciola, si pente l’avvocato Pisani

Troppo grande il peso da sostenere per l’avvocato Vittorio Pisani e troppi rischi incombenti: «Temo per la mia famiglia». Impossibile trattenere il racconto che teneva dentro oramai da tanto troppo tempo. Sofferta ma decisa è arrivata la decisione di collaborare con la giustizia. Ad annunciarla nel pomeriggio di giovedì scorso, il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Musarò, nel corso dell’udienza del procedimento che si rifà all’operazione “Onta”. Pisani avrebbe iniziato la sua collaborazione con la magistratura inquirente da circa due mesi, vale a dire dallo scorso mese di settembre. Una notizia che è stata celata dal massimo riserbo dagli inquirenti che hanno dapprima, come è giusto che fosse, voluto vederci chiaro sulla veridicità delle dichiarazioni rilasciate dal legale di Rosarno. Una per una le informazioni entrate in possesso della Procura antimafia sarebbero state poi passate al setaccio dai Carabinieri, delegati ad avviare le indagini per rilevarne i relativi riscontri. Riscontri che sarebbero arrivati in merito alle varie dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Vittorio Pisani, tale da renderlo credibile agli occhi dei magistrati che hanno così aperto per lui la strada della protezione ammettendolo al programma previsto per i collaboratori di giustizia. Un pentimento frutto della meditazione e del grande peso che portava dentro di se con molta probabilità, pur conscio di aver avuto, secondo quanto avrebbe riferito ai magistrati, un ruolo marginale ma comunque presente nella vicenda di Maria Concetta Cacciola. Un’ammissione del ruolo che lui avrebbe svolto in questa triste vicenda e, al contempo, la descrizione di quanto accaduto nel percorso che poi aveva portato alla morte della Cacciola con le singole responsabilità. Dichiarazioni che sarebbero andate a confermare larga parte della ricostruzione che era stata avanzata nei mesi scorsi dagli inquirenti. Particolari che entreranno nel procedimento in corso dopo la decisione della Procura Dda di versare gli atti nel processo. Una novità che rischia di stravolgere l’andamento del procedimento per rito ordinario che si sta celebrando a Palmi e che vede imputato il collega di Pisani, l’avvocato Gregorio Cacciola. Pisani aveva deciso di seguire già processualmente una strada differente da Cacciola. Giudicato per rito abbreviato dinanzi al Gup di Reggio Calabria era stato condannato alla pena di 4 anni e 6 mesi. Un processo che nelle prossime udienze potrebbe vivere una delle sue parti cruciali nel momento in cui lo stesso avvocato Pisani, in qualità di teste, oltre che di imputato di reato connesso, sarà chiamato a deporre nel processo in corso dinanzi a Palmi

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