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Uccisa dal figlio per l’amore clandestino col boss

 «Pirdunatimi, ho sbagliato». Ha implorato il perdono Francesca Bellocco, la giovane donna di Rosarno (classe 1970) uccisa e fatta scomparire per aver violato l’onore del marito e del figlio diventando l’amante del boss donnaiolo Domenico Cacciola. Davanti al figlio, che l’aveva condannata a morte, ha sperato nella grazia. Inutilmente, però. Uccisa dalle stesse mani del figlio, Francesco Barone, classe 1992. Che ieri è stato arrestato per omicidio «in concorso con ignoti», occultamento di cadavere, detenzione e porto di armi comuni da sparo. Contestazioni accusatorie aggravate dall’articolo 7, «aver operato al fine di agevolare la cosca Bellocco», i potenti di Rosarno. Polizia e Carabinieri l’hanno bloccato all’aeroporto di Lamezia Terme con un biglietto in tasca pronto a partire («viaggio programmato» spiegano gli inquirenti).

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