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Il figlio assolda un algerino per ammazzare la madre

 Con l’accusa gravissima di essere il mandante del tentato omicidio della madre per entrare in possesso dell’eredità, i poliziotti del Commissariato di Polistena hanno arrestato ieri mattina Domenico Napoli, 37 anni, operaio incensurato di Melicucco. Una storia che ha dell’incredibile quella scoperta dal personale della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Polistena, sotto le direttive del dott. Pierfranco Amati, che alle prime luci dell’alba hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palmi, dott. Giulio Gaetano De Gregorio, a carico di Domenico Napoli e di Yazid Zegouba (già detenuto), accusati di essere rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale del tentato omicidio di un’anziana. Il 22 maggio scorso, a Melicucco, in via Gramsci, una donna di 71 anni, Caterina Condoluci, era stata aggredita in casa – in quello che in un primo momento era sembrato un furto in appartamento degenerato in rapina – da un algerino di 54 anni, Yazid Zegouba, residente da tempo a Rosarno e già noto alle forze dell’ordine. L’anziana donna, rincasata in tarda serata, aveva sorpreso il rapinatore. L’uomo, vistosi scoperto, aveva avuto una reazione scomposta, aggredendo l’anziana, gettandola a terra e cercando di stringerle un cavo di metallo intorno al collo. Le urla della donna fecero accorrere i vicini di casa, parenti della donna, che bloccarono il rapinatore poi arrestato dai poliziotti per tentata rapina, percosse e lesioni personali. L’uomo, per le ferite riportate nella colluttazione, finì anche in ospedale. In realtà, le indagini della polizia, hanno portato alla luce ben altra storia: Yazid Zegouba, interrogato dagli inquirenti, ha sostenuto di essere stato contattato da un certo Mimmo, un uomo di grossa corporatura con un tatuaggio particolare su un avambraccio. Dalla descrizione, la polizia risalì a Domenico Napoli, figlio della vittima al quale l’algerino avrebbe procacciato tempo addietro delle prostitute, sue connazionali. L’attività d’indagine avviata dal Commissariato di Polistena, con il coordinamento della Procura di Palmi guidata dal procuratore Ottavio Sferlazza, ha consentito di riscontrare le dichiarazioni del mancato sicario ed in particolare i numerosi contatti telefonici intercorsi fino a poche ore prima dell’esecuzione, poi fallita, del delitto. Nel corso delle indagini, peraltro, la signora Caterina Condoluci hai raccontato che la sera del 22 maggio scorso aveva visto quell’uomo nascosto, in piedi, col cavo in mano, come se la stesse aspettando pronto per strangolarla, e non intento a frugare nei cassetti. Domenico Napoli era pronto alla fuga in quanto la sua complicità era stata scoperta sia dai parenti che dalla madre soprattutto dopo la pubblicazione sui quotidiani, all’indomani della finta rapina, della foto di Yazid Zegouba. In tanti, a Melicucco, avevano riconosciuto nell’algerino l’accompagnatore frequente di Domenico Napoli.

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