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Indagine “Mala Sanitas” Coinvolti 14 medici

ospedale generico

Reggio Calabria

La Procura di Reggio ha chiuso le indagini di “Mala Sanitas”, l’operazione della Guardia di Finanza che ha svelato il “sistema” di copertura degli errori medici che sarebbe stato consumato nei reparti di Ginecologia, Ostetricia, Neonatologia e Anestesia negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria falsificando a colpi di bianchetto le cartelle cliniche dei pazienti. Il provvedimento di “avviso all’indagato di conclusione delle indagini preliminari”, a firma del procuratore aggiunto Gaetano Paci e dei sostituti Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci, riguarda 14 persone: Luigi Grasso (Reggio, 64 anni); Maria Concetta Maio (Reggio, 64 anni); Daniela Manuzio (nata a Taurianova e residente a Reggio, 50 anni); Antonella Musella (nata a Salerno e residente a Reggio, 58 anni); Annibale Maria Musitano (Reggio, 69 anni); Roberto Rosario Pennisi (Reggio, 63 anni); Filippo Luigi Saccà (Reggio, 62 anni); Massimo Sorace (nato a Polistena e residente a Gioia Tauro, 44 anni); Giuseppina Strati (nata a Samo e residente a Reggio, 57 anni); Salvatore Timpano Reggio, 68 anni); Alessandro Tripodi (Reggio, 47 anni); Pasquale Vadalà (nato a Bova Marina e residente a Decollatura Catanzaro, 68 anni); Mario Gallucci (Reggio, 64 anni); Marcello Tripodi (Reggio, 54 anni).

Tre nuovi indagati

Sulla lista degli indagati appaiono tre nomi nuovi: l’osterica Giuseppina Strati - raggiunta nelle scorse settimane dal provvedimento dell’interdizione per un anno della professione medica - inizialmente esclusa a scapito di una collega finita ingiustamente nel mirino della Finanza per un errore di scambio di persona; e i dottori Mario Gallucci e Marcello Tripodi, non gravati da alcun provvedimento, che sono stati “avvisati” in una fase successiva all’emissione delle misure cautelari del 21 aprile scorso.

Fuori dall’indagine

Sono stati esclusi dall’avviso conclusione indagini l’ostetrica Pina Gangemi, inizialmente interdetta dalla professione ma reintegrata in servizio all’indomani dell’interrogatorio di garanzia chiarificatore perchè - spiegò il giudice - «osservato che l’utenza in relazione alla quale veniva ascritto il contenuto indiziario non risulta a lei riconducibile e che pertanto risulta estranea, revoca la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio dalla professione (medico-sanitaria)»; e la dottoressa Francesca Stiriti, perchè come aveva già disposto il Gip di Reggio «all’esito dell’interrogatorio di garanzia e dei nuovi e complessivi atti istruttori assunti, non si ravvisa la gravità indiziaria richiesta ai fini della sussistenza della misura disposta».

Fuori dall’indagine, seppure inizialmente indagate in “Mala Sanitas”, le dottoresse Antonia Stilo e Giovanna Tamiro, per cui la Procura evidenzia che «si è proceduto separatamente». Gli indagati, entro 20 giorni dalla notifica dell'avviso, avranno la facoltà di presentare memoria, produrre documenti, o essere sottoposto ad interrogatorio.

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Le parti offese

Sono tredici le parti offese del procedimento “Mala Sanitas”, tra cui l'attuale direttore generale dell'Azienda ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio, Frank Benedetto; le restanti dodici parti offese sono familiari dei bimbi al centro dei presunti casi di malasanità che si sarebbero verificati nei reparti di Ginecologia, Ostetricia e Neonatologia degli Ospedali Riuniti di Reggio.

Nel provvedimento di “avviso all’indagato di conclusione delle indagini preliminari» a firma del procuratore aggiunto Gaetano Paci e dei sostituti Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci non sfuggono i numerosi “Omissis”.- da capo D a capo M, P e Q, da V a Z, C/1 e E/1, J1 e K1 - che presuppongono l’allargamento dell’inchiesta delle Fiamme Gialle per fare luci su altri episodi di possibili errori medici.

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