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Disperati e senza casa occupano gli alloggi destinati ai migranti

Disperati e senza casa occupano gli alloggi destinati ai migranti

Dodici famiglie di disoccupati rosarnesi, per un totale di circa 60 persone, hanno occupato il Villaggio della solidarietà, un “Centro di accoglienza e di formazione per immigrati per il loro inserimento sociale e lavorativo”, con una foresteria di 60 posti letto, da realizzare con i fondi Pon Sicurezza del ministero dell’Interno in contrada Carmine, su un terreno dove sorgeva l’ex cementificio Beton Medma confiscato alla mafia.

Sebbene siano quasi completati, da oltre un anno i lavori sono fermi per mancanza di fondi con la conseguenza che, lasciato in uno stato di totale abbandono, l’immobile è stato consegnato alla mercé di vandali e saccheggiatori.

L’occupazione dei moduli abitativi è avvenuta a partire dalle 5 di ieri. Sull’inferriata della recinzione esterna gli occupanti hanno collocato un lenzuolo con la scritta: “Prima i rosarnesi-Occupazione di necessità”: una evidente sottolineatura polemica riguardo alle politiche finora adottate dalle istituzioni centrali in tema di immigrazione, interpretate come azioni volte a favorire gli stranieri a scapito dei “disperati del profondo Sud”.

La situazione è tenuta sotto costante controllo dagli agenti del Commissariato di polizia di Gioia Tauro e dai Carabinieri della Tenenza di Rosarno. Gli occupanti hanno fatto presente che il loro gesto è dettato dalla disperazione, a causa delle condizioni di estrema precarietà economica in cui sono costretti a vivere.

«Siamo giovani padri e madri di famiglia – hanno detto – tutti disoccupati e non abbiamo i mezzi per vivere in affitto. Tra di noi ci sono donne in gravidanza e alcuni bambini con gravi handicap bisognosi di cure. La nostra non è un’azione diretta contro i migranti, ma è dettata dalla necessità di dare un tetto ai nostri figli, per cui chiediamo alle autorità di venirci incontro e comprendere le nostre ragioni. Da parte nostra siamo disposti ad indebitarci ulteriormente per fare fronte alle spese necessarie per i lavori di riparazione dei moduli, che risultano gravemente danneggiati, e per la sostituzione di infissi, suppellettili e impianti saccheggiati».

Nella tarda mattinata, di ritorno da Roma dove si era recato per motivi istituzionali, è giunto il sindaco Giuseppe Idà, che ha invitato gli occupanti – pur comprendendo le motivazioni che stanno alla base del loro eclatante gesto – ad agire nel rispetto della legalità, mettendo in evidenza quanto complessa sia la questione relativa ad un Centro costruito per dare ospitalità a famiglie di migranti, peraltro ancora privo delle certificazioni necessarie per renderlo abitabile.

Per approfondire gli aspetti della vicenda, il sindaco e una delegazione composta da una decina di occupanti si sono trasferiti in Municipio, presenti il comandante della Tenenza dei Carabinieri, Giuseppe Rapisarda, e l’ispettore Pirrottina della Polizia di Stato.

«Ho ribadito a queste persone disperate – ha dichiarato Idà a conclusione dell’incontro – che bisogna muoversi con prudenza e nel solco della legalità e che non si possono occupare dei moduli abitativi sprovvisti di ogni autorizzazione. Ho spiegato anche che l’impegno dell’amministrazione comunale nei confronti delle fasce più deboli è massimo, e che devono darci più tempo per intercettare risorse visto che il bilancio comunale è risicato e ci impedisce di intervenire con fondi nostri. È comunque una questione – ha concluso Idà – che porterò immediatamente all’attenzione del Prefetto, con cui avrò un incontro stasera (ieri, ndr) a Reggio».

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