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In Tribunale il “principe” De Stefano e la gang del pizzo

In Tribunale il “principe” De Stefano e la gang del pizzo

Associazione mafiosa finalizzata all’estorsione. È questa l’accusa centrale – seppure con profili di responsabilità diversificati ed in alcuni casi anche alleggeriti – sostenuta dalla Procura distrettuale antimafia nei confronti della gang del “pizzo” che operava agli ordini di Giovanni De Stefano “Il principe”, uno dei rampolli della storica dinastia di ’ndrangheta del mandamento “centro”. Alla sbarra cinque persone, le stesse che il 22 dicembre del 2015 sono state fermate dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “Il Principe” per aver imposto tangenti complessivamente per quasi 200.000 euro per i lavori di restauro del Museo Nazionale della Magna Grecia.

Un’indagine che ruota attorno alla figura di Giovanni De Stefano (ribattezzato negli ambienti della criminalità organizzata quale “Il principe” in virtù della discendenza diretta con i vertici della famiglia di Archi): con lui sotto accusa i complici del giovane “capo”, Vincenzo Morabito, Arturo Assumma, Fabio Arecchi e Francesco Votano.

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