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Da demolire la casa del boss Cordì

Da demolire la casa del boss Cordì

Consiglio comunale “ristretto” quello che si è riunito ieri pomeriggio a Locri. Solo nove erano infatti i consiglieri in aula, tutti di maggioranza, che hanno dato con il loro voto il mandato al responsabile del settore Tecnico manutentivo infrastrutture e gestione del territorio di procedere all’abbattimento di due immobili abusivi. All’unanimità il Consiglio ha infatti preso atto da un lato dell’ordinanza (la n. 13/2014) con la quale l’Ufficio tecnico ingiungeva la demolizione degli immobili realizzati abusivamente e dall’altro del fatto che nessuno ha fatto ricorso avverso quella ordinanza. In particolare, si è deliberato che, come ha evidenziato il sindaco Giovanni Calabrese, «non vi sono prevalenti interessi pubblici per la conservazione» dei due edifici, uno in contrada Calvi appartenuto alla vedova di Antonio Cordì detto “u ragiuneri”, l’altro in contrada Sant’Anna. Inoltre, anche le costruzioni realizzate abusivamente all’interno del “piano spiaggia” per le quali in questa fase si stanno espletando iter finalizzati alla richiesta di condono, «qualora il condono non fosse concesso – ha detto Calabrese – dovranno essere abbattute».

Sono stati poi deliberati alcuni provvedimenti conseguenziali alla dichiarazione di dissesto dello scorso 31 maggio. Il consiglio, dopo aver sentito le relazioni dell’assessore al Bilancio Raffaele Sainato, all’unanimità ha deliberato che la riscossione dei tributi, dal 1. luglio, verrà effettuata dall’Ufficio delle entrate e ha confermato,per poterla trasmettere al ministero, l’aliquota massima dei tributi già deliberata. Ha inoltre ratificato la variazione del bilancio 2017 per poter incassare poco più di 36 mia euro derivanti dalla vendita di un immobile.

In apertura di seduta il presidente del civico consesso Miki Maio, ha letto al consiglio la nota con la quale la minoranza ha comunicato che avrebbe disertato la seduta. Il presidente si è detto stupito che le motivazioni adottate riguardino un suo presunto comportamento non rispettoso delle norme che regolano la vita del consiglio comunale, anche perché, ha commentato «nel corso della riunione dei capigruppo il capogruppo di minoranza non ha fatto alcuna osservazione o lamentazione». Nel sottolineare che le norme regolamentari e statutarie sono state da lui sempre rispettate, Maio ha evidenziato come «l’ufficio di presidenza si è sempre caratterizzato per essersi sempre prodigato a consentire a tutti i consiglieri diesternare sino in fondo il proprio pensiero». Non ha nascosto che durante le sedute consiliari ci siano state «espressioni sconvenienti sia da parte della maggioranza che della minoranza ma ho – ha aggiunto – ho sempre dato la possibilità di replica a tutti».

Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco Calabrese, che dopo aver polemicamente ricordato «coloro che hanno brindato con lo champagne alla notizia che il comune era dissestato», ha azzardato che l’assenza dei consiglieri di minoranza e di qualche consigliere di maggioranza fosse stata stimolata «da qualche punto posto in calce all’ordine del giorno».

In chiusura è stato commemorato l’ex consigliere comunale e presidente dell’Ascoa, Franco Mammoliti.

In sintesi

All’unanimità il Consiglio comunale ha infatti preso atto dell’ordinanza (la n. 13/2014) con la quale l’Ufficio tecnico ingiungeva la demolizione degli immobili realizzati abusivamente e del fatto che nessuno ha fatto ricorso avverso quella ordinanza. Un immobile, in contrada Calvi è appartenuto alla vedova di Antonio Cordì detto “u ragiuneri”, l’altro si trova in contrada Sant’Anna.

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