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Reggina, la vittoria non nasconde la sofferenza

Gli amaranto di Trocini continuano a fare fatica contro formazioni di media-bassa classifica

Può una vittoria ottenuta oltre il 90’ non regalare gioia irrefrenabile ad una tifoseria? A quanto pare sì, perché al triplice fischio finale di Reggina-Gioiese si è persino sentito qualche fischio. Il pubblico del Granillo, presente in numero sempre più basso al di là del dato degli abbonati, è competente e soprattutto ha il senso della misura. Esultare in Serie D per una vittoria risicata contro un avversario rafforzato, ma con pochissima conoscenza tra i calciatori considerati i tanti acquisti negli ultimi giorni, non rientra nella logica di Reggio Calabria. A maggior ragione dopo una prestazione tutt’altro che esaltante. I tre punti ottenuti danno una nuova spinta verso il quarto posto. Un risultato che, se centrato, resta negativo in valore assoluto, ma quantomeno comprensibile.
Quello che invece preoccupa è che, soprattutto adesso che le giustificazioni sono esaurite, la squadra continui a faticare contro avversari che occupano le ultime posizioni. Soprattutto in casa. Non si è mai compiuto quello step che dovrebbe dare alla Reggina la statura idonea a non dover sudare sette camicie per battere avversari che hanno livello tecnico, budget e credenziali inferiori. Sfide dove la superiorità dell’organico amaranto è un parametro oggettivo. Il gol di Zanchi ha evitato che nelle ultime tre partite passassero indenni dallo Stretto rispettivamente l'ultima, la terzultima e la quartultima in classifica. Se, infatti, i viola hanno sfiorato il pareggio, lo hanno invece trovato San Luca e Portici. Esattamente le due avversarie che avevano preceduto la Gioiese nei match casalinghi disputati dalla Reggina. Ad un passo dal risultato positivo sullo Stretto ci era andato anche la quintultima, cioè il Locri. La gara era rimasta sullo 0-0 fino a quattro minuti dal novantesimo, prima di essere sbloccata da un rigore di Barillà. Una criticità che non può essere spiegata semplicemente contando il numero di palle gol sprecate, che sono quasi fisiologiche contro avversari che hanno strutture ed ambizioni non paragonabili. Soprattutto se nel calderone delle motivazioni degli insuccessi finisce anche un gioco a ritmo lento e prevedibile. E nelle ultime gare in alcune occasioni sono persino entrati in gioco errori difensivi che diventano montagne da scalare per una squadra che, pur con numeri in miglioramento, non brilla per produttività offensiva.
Adesso è quasi come se, dopo un promettente girone d’andata tra mille difficoltà, la squadra non sia riuscita a fare quel salto di qualità che oggi si pensa potesse essere già arrivato. Soprattutto in un campionato come questo, dove la differenza la fa chi sbaglia di meno contro chi è nelle retrovie della graduatoria. Nelle ultime dieci partite la Reggina ha collezionato sei vittorie, due pareggi e due sconfitte. E se a Siracusa perdere ci può stare (almeno in questa stagione e per come sono andate le cose), ci sono cinque punti lasciati per strada in casa con Real Casalnuovo, Portici e San Luca. Se questo deve essere l’anno di preparazione ad una stagione vincente, nulla può essere lasciato al caso nelle valutazioni

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