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I «Semidei» messaggio di bellezza e umanità. Parla il regista reggino Fabio Mollo

Mollo ha anche diretto il film «Nata per te» sulla vera storia di Luca Trapanese, primo single in Italia ad aver adottato una neonata (affetta da Sindrome di Down). Un gioiello che racconta disabilità, diritti e amore

Storie del Sud dal valore universale, tra patrimonio artistico ed umano, per due recenti regie del reggino Fabio Mollo, che nei mesi scorsi ha portato al cinema il documentario «Semidei», realizzato con Alessandra Cataleta e scritto dal regista con Armando Maria Trotta, Giuseppe Smorto e Massimo Razzi per i 50 anni del ritrovamento dei Bronzi di Riace, e il film «Nata per te», sulla vera storia di Luca Trapanese, primo single in Italia ad aver adottato una neonata (affetta da Sindrome di Down). Due gioielli che Mollo ha riproposto – con grande entusiasmo del pubblico – in altrettante proiezioni all’Auditorium Fasola della Multisala Apollo di Messina.

Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia, prodotto da Palomar col supporto di Regione Calabria e Calabria Film Commission, «Semidei» – girato interamente in Calabria e specificatamente tra Reggio, Riace, Roccella, Gioia Tauro e Monasterace – ripercorre mezzo secolo di storia raccontando i duemisteriosi guerrieri che riemersero dal mare di Riace nel 1972, dopo duemila anni passati sott’acqua. Il focus è sul significato delle statue nel presente e nel futuro. «L’intento è stato duplice: raccontare l’importanza del ritrovamento e del restauro dei Bronzi dal punto di vista archeologico e fare una riflessione sull’importanza delle statue nel tempo, nel passato come oggi e nel futuro».

Ma è possibile riuscire a cogliere presente e futuro in statue di 2500 anni fa? Mollo suggerisce: «Per rispondere a questa domanda abbiamo invertito il punto di vista: non siamo noi che guardiano i Bronzi ma loro che guardano noi. E guardandoci cosa vedono? Partendo da qui abbiamo provato a raccontare attraverso storie reali cosa sono i Bronzi, ma anche la Calabria e l’Italia di oggi».

Conosciuti e studiati in tutto il mondo, i due guerrieri sono portatori di significati vivi e attuali. «Ho scoperto che furono realizzati per lanciare un messaggio di pace contro le guerre fratricide, valido nei secoli scorsi ad Argo come ai giorni nostri. Mentre realizzavamo il film la guerra in Ucraina infiammava, quella di Gaza iniziava e durante il montaggio era avvenuto il naufragio di Cutro. Non si sa da dove provengano e come siano arrivati a noi, ma non credo sia un caso che siano approdati in Calabria negli anni ’70, dopo la guerra civile a Reggio, perché non ci ricordano solo la ricchezza del nostro passato, ma anche quella del presente, la nostra ricchezza umana, dimostrata proprio da eventi come quello di Cutro: una tragedia che diventa misura di solidarietà e partecipazione umana».

Dopo l’accoglienza veneziana, «Semidei» è stato inserito nella cinquina del Nastro d’Argento per il documentario (sezione Cinema, Spettacolo, Cultura) e fra i 15 titoli in concorso per il Premio David di Donatello - Cecilia Mangini 2024 al miglior documentario. «Non sapevamo se unire cinema d’arte e documentario potesse funzionare, finché a Venezia non abbiamo capito quanto una storia, anche locale, possa arrivare a tutti da un palco così prestigioso. Nastri e David sono state due belle sorprese, per la volontà di premiare un documentario sperimentale come il nostro».

Altro genere di emozione il film «Nata per te», dall’omonimo libro di Luca Trapanese con Luca Mercadante (Einaudi). «Ho conosciuto la storia di Luca e Alba leggendola sui giornali e quando è iniziato il lavoro per il film con Cattleya sono andato a Napoli per conoscere Luca e Alba e la loro storia in modo più intimo». Una sfida narrativa importante per una straordinaria vicenda che tocca il regista da vicino. «Mia sorella è mia sorella grazie a un’adozione – dice – ; quindi ho vissuto sulla mia pelle la bellezza del gesto di adottare, che andrebbe supportato e premiato. Per questo ho cercato di restituire la vicenda di Luca e Alba nel modo più autentico, senza farne una storia piena di rabbia, pur essendo il sentimento che provo verso un Paese che non permette di diventare genitore se non coniugato. Ma Luca e Alba mi hanno insegnato che in realtà si può riuscire a trasformare l’impossibile in possibile, anche senza la rabbia».

Per entrare nel mondo di Trapanese, Mollo e il protagonista Pierluigi Gigante hanno lavorato come operatori nella sua comunità «A ruota libera». «Questa esperienza mi ha convinto a girare parte della storia nella comunità con i ragazzi disabili di cui si occupa Luca, oltre a farmi capire l’essenza del film stesso, che parla di famiglie, diritti, ma principalmente di disabilità, argomento tabù tanto nella società quanto nel cinema».

Dopo l’approdo in festival di paesi come Kenya, Giappone e Olanda, il cammino internazionale dei due film proseguirà in diversi eventi esteri. Proprio oggi Mollo sarà a Nizza per le 38esime Journées du Cinéma Italien, giornate di cinema italiano contemporaneo dove «Nata per te» è in concorso.

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