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'Ndrangheta, a Melito sgomberata una lavanderia confiscata al clan Iamonte

Melito di Porto Salvo

Personale della polizia di stato, dei carabinieri e della guardia di finanza ha dato esecuzione, stamani, allo sgombero di un immobile adibito a lavanderia a Melito Porto Salvo, confiscato alla famiglia di 'ndrangheta degli Iamonte. Il bene, già destinato dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata al Comune di Melito Porto Salvo, è stato contestualmente consegnato all’Ente dal coadiutore della procedura nominato dalla stessa Agenzia, presente sul posto.  Le operazioni si sono svolte senza problemi di ordine pubblico.

«Procede, quindi, senza soluzione di continuità - è scritto in una nota della Prefettura di Reggio Calabria - la programmazione delle attività finalizzate a liberare da illegittime occupazioni i cespiti confiscati alla criminalità organizzata, disposta lo scorso primo giugno dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, cui hanno partecipato, oltre al Questore, al Comandante provinciale dei carabinieri e della guardia di finanza, il procuratore aggiunto della Repubblica presso la Direzione distrettuale antimafia, il dirigente dell’Ufficio di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, delegato dal direttore dell’Agenzia e il vicesindaco della città metropolitana di Reggio Calabria».

A partire da giugno sono stati sgomberati immobili nell’intero territorio provinciale: da Africo, dove è stato liberato un fabbricato a due piani, a Reggio Calabria, dove è stato sgomberato un immobile già destinato alla Regione per fini
istituzionali; ancora, nei mesi di luglio e agosto altri immobili sono stati consegnati agli Enti cui erano già stati
destinati ma non consegnati perché illecitamente occupati, da Siderno a Gioiosa Ionica lungo il versante Ionico, per finire all’immobile di Palmi, lo scorso 12 settembre, già assegnato alla polizia di stato attraverso l’Agenzia del Demanio lo scorso 10 luglio alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Salvini che, in occasione della sua prima visita nel reggino, aveva voluto suggellare questo momento e definitivamente liberato. Altre pianificazioni sono in programma nelle prossime riunioni tecniche di coordinamento presiedute dal Prefetto cui seguiranno i tavoli tecnici disposti dal Questore Raffaele Grassi.

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