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Arresto del sindaco di Riace, il procuratore: non è un attacco, le leggi vanno rispettate

Il Tribunale di Locri

È in programma domattina, davanti al gip di Locri, l'interrogatorio di garanzia del sindaco di Riace Domenico Lucano, posto ieri mattina agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza con le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione all'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Per Lucano sarà l'occasione per rispondere alle accuse mosse dalla Procura di Locri che ne ha richiesto l'arresto.

"La nostra inchiesta non ha rappresentato un attacco al modello Riace. Se il modello Riace dovesse fallire, non sarà colpa certo della Procura di Locri". Lo ha detto il procuratore di Locri Luigi D'Alessio. "Noi - ha aggiunto - abbiamo ravvisato delle ipotesi di reato e quindi, procedendo, abbiamo fatto il nostro dovere. Stiamo, comunque, preparando il ricorso al Tribunale del riesame, che depositeremo nei prossimi giorni" ha concluso riferendosi ai rilievi mossi dal Gip nella sua ordinanza. Al riguardo - il gip ha rigettato la richiesta per sette accuse mosse dalla Procura parlando di Congetture, errori procedurali, inesattezze - D'Alessio, già ieri, aveva voluto evidenziare che la richiesta di emissione di ordinanza di custodia cautelare di domiciliari era composta da circa mille pagine, mentre il "Gip ne ha estratte, per la sua ordinanza, meno di 150".

"Bisogna scindere la persona Lucano, dall'idea che Lucano ha posto in essere a Riace. Perché sull'idea si può discutere, si può dibattere. C'è chi dice che l'accoglienza non va bene, c'è chi dice che l'accoglienza è l'unica strada possibile. Il problema è la realizzazione di quell'idea. Non possiamo consentire, come Stato italiano e con Costituzione italiana, che qualcuno persegua un'idea passando bellamente sopra i principi e sopra i principi, sopra le norme. Altrimenti consentiremmo a chiunque di praticare i propri convincimenti infischiandosene delle leggi", ha concluso Luigi D'Alessio.

"Il modello Riace e la sua 'utopia della normalità' testimoniano che l'integrazione non è un miraggio e che l'accoglienza di emergenza può essere trasformata in programmi di inclusione durevoli, rivitalizzando l'economia di una comunità minacciata dallo spopolamento". È quanto sostengono Cgil, Arci, Articolo 21, Potere al Popolo, Prc, Link Unical, Libera che annunciano la loro presenza sabato 8 ottobre a Riace per esprimere solidarietà a Mimmo Lucano e alla sua Riace "simbolo in tutto il mondo di accoglienza e di straordinaria dedizione nei confronti degli ultimi".

"Abbiamo sempre seguito da vicino e con rispetto - è detto in un comunicato congiunto - le vicende di ordine burocratico e giudiziario che hanno riguardato il Comune di Riace e chi egregiamente lo rappresenta. Anche in questa occasione, quindi, rinnoviamo l'augurio che la giustizia faccia velocemente il proprio corso affinché lo slancio innovativo del visionario sindaco di Riace, all'insegna del pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità degli stranieri e di chiunque soggiorni più o meno a lungo sul suo territorio, possa proseguire ad essere occasione di crescita sociale, etica ed economica per l'intera comunità. In terra e in mare, per anni, spesso nell'indifferenza istituzionale, diverse organizzazioni, collettivi, singoli e Ong, hanno lavorato per salvare vite umane. Negli ultimi tempi, diversi soggetti politici, trasversalmente, pur di inseguire un consenso fin troppo facile, in una società incattivita dalle disuguaglianze e dall'ingiustizia sociale, hanno tentato di denigrare e annichilire quell'impegno politico e sociale, nonché annullare totalmente ogni principio e spinta solidale. L'arresto di Mimmo Lucano oggi si inserisce in questo quadro e diventa simbolico poiché, nonostante egli stesso abbia sempre rispettato il lavoro di inchiesta dei magistrati avendone fiducia, sembra indicare piuttosto il tentativo burocratico di polverizzare l'esperienza di Riace, modello di pace, rispetto, giustizia e uguaglianza fra i popoli".

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