In due seguono oltre 3mila assistiti e il loro è un osservatorio privilegiato per comprendere l'evoluzione del virus maledetto. Sono i coniugi Vincenzo De Gaetano e Katia Vazzana. Di Rosalì lui, di Sbarre (via Itria) lei. Il dottore De Gaetano è figlio d'arte. Suo padre, Antonio, è stato per quarant'anni medico di base fra Campo Calabro, Fiumara e Catona. Vivono a Bergamo da vent'anni, hanno tre figli (Carolina, 17 anni, Antonio, 15 anni e Ida, 13) e svolgono la professione, o meglio la missione di medico di assistenza primaria, ossia medico di base.
Abbiamo sentito la dottoressa Vazzana per telefono perché il marito era fuori in visita. Lei invece era a casa. Con la febbre. «Ho iperpiressia (febbre alta) ma - racconta - non ho sintomi respiratori e tengo sotto controllo la situazione». Minimizza con disinvoltura la dottoressa. Entrambi, Vincenzo De Gaetano e Katia Vazzana, vengono dalla gavetta pesante con anni di pronto soccorso alle spalle, poi la scelta definitiva che li vede oggi lui capodelegazione sindacale e la moglie vice. Ma nulla li aveva preparati ad affrontare l'emergenza di questi giorni caldissimi che certamente cambieranno la storia e la mentalità degli italiani.
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