«Senti una cosa, ma sto “Belli capelli”, per dirgli di, di spostarsi, non glielo possiamo dire no?». A un capo del telefono, il 5 aprile del 2019, c'è il boss detenuto Maurizio Cortese che con evidenti complicità riesce a comunicare col mondo esterno; dall'altro lato c'è Antonino Filocamo, titolare del Royal Cafè, sul viale Calabria. È quest'ultimo a spostare il discorso sul bar di Domenico Morabito (detto “Belli capelli”), il Mary Kate anch'esso in viale Calabria: la concorrenza è diventata insostenibile, è necessario un intervento “regolatore”.
Secondo la ricostruzione della Polizia e della Dda, Morabito era stato autorizzato ad aprire in quella zona, tradizionalmente gestita dai Labate, proprio da Cortese, al quale avrebbe sin da subito promesso somme di denaro in segno di gratitudine. Tuttavia il boss, ritenendosi non soddisfatto dalle prestazioni di Morabito, avrebbe poi preferito ampliare i suoi guadagni accettando «migliori prestazioni» da parte del bar concorrente di proprietà di Filocamo. E avrebbe così deciso di far chiudere il Mary Kate a modo suo: due danneggiamenti in rapida successione, il 12 aprile e il 18 maggio 2019, contro l'ormai ex protetto.
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