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Gioia Tauro, vigilesse in servizio... dal fisioterapista. Il sindaco: «Mai violato la legge»

Fa discutere l’inchiesta coordinata dalla Procura di Palmi che ha travolto il corpo di polizia municipale di Gioia Tauro, non solo perché vede coinvolti uomini in divisa ma anche per il fatto che, inevitabilmente, i comportamenti illeciti contestati agli agenti, oltre a sollevare una questione morale, si intrecciano con la condizione di degrado e assoluta anarchia in cui versa da tempo la città.

Sono diversi gli episodi documentati dalla guardia di finanza. Tra le numerose condotte di abbandono del posto di lavoro e non prestazione del servizio o uso improprio delle autovetture istituzionali per esigenze personali, emergono infatti dei particolari che certo non rendono onore ai “caschi bianchi”. Analogo discorso vale anche per i due dipendenti comunali in servizio alla biblioteca.

Come il caso della vigilessa accusata di essersi recata fuori città ingiustificatamente e, per di più, con addosso la pistola d’ordinanza. Ma non è l’unico episodio eclatante. Si va da vigili incaricati di espletare servizio di centralino che si allontanano a piedi, rientrano con un sacchetto in mano per poi salire sulla propria auto e raggiungere la propria abitazione, alle soste in autocarrozzeria con l’auto istituzionale per ritirare quella privata e al centro commerciale nel vicino comune di Rizziconi per prendere il figlio all’uscita dal lavoro, sempre con la macchina di servizio.

In un’occasione, la vettura della Polizia municipale è stata intercettata in sosta davanti ad una banca con a bordo, nei sedili posteriori, una persona anziana non identificata che è scesa per effettuare operazioni al bancomat e poi è risalita allontanandosi con i Vigili. E, ancora, si legge di un agente che raggiunge un negozio di riparazioni cellulari con l’auto istituzionale e vi rimane dentro per ben 20 minuti o, addirittura, di due vigilesse che, durante il turno di lavoro, si concedono una pausa di mezzora dal fisioterapista-chinesiologo.

Nell'indagine coinvolto anche il sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio che risulta indagato per peculato d’uso. In più circostanze avrebbe utilizzato l’autovettura della municipale, e gli stessi vigili come autisti, per esigenze personali. «Se per peculato s’intende che molte volte mi sono fatto prendere a casa dai vigili per fare il controllo del territorio - replica Alessio -, questo è vero. A me non risulta di aver in alcun modo violato la legge né usato indebitamente l’auto dei vigili o le prestazioni lavorative degli stessi per mie esigenze personali, chiederò immediatamente di essere sentito dal giudice. Sono sempre stato nello svolgimento delle mie funzioni al servizio della città 24 ore su 24. Ho servito e servo la città e non me ne sono mai servito. Confido che tutto sarà chiarito, perché io e la città ne abbiamo diritto».

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