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Sanità in Calabria, più posti letto che rianimatori: il "caso Reggio" finisce in Procura

Ospedale di Reggio Calabria

Finisce in Procura il “caso Terapie intensive”, perché il grido del Grande ospedale metropolitano di Reggio non resti inascoltato. «Non aver esperito ogni possibile tentativo volto ad incrementare il numero di posti letto configura gravi responsabilità etiche, orali e, non è da escludersi, anche penali», denuncia l'Aaroi Emac attraverso il presidente regionale Domenico Minniti e il rappresentante aziendale del Gom Nicola Loddo.

L'Associazione degli anestesisti e rianimatori, che scrive per conoscenza anche alla Procura di Reggio, si rivolge direttamente al commissario ad acta regionale per il piano di rientro, al dirigente del dipartimento regionale Tutela della salute e al delegato del soggetto attuatore per l'emergenza Covid, oltre che al ministro della Saluto, al prefetto e al sindaco di Reggio. La dura presa di posizione, l'ennesima, parte dai dati: in Calabria, dagli 0,5 posti letto ogni mille abitanti in Terapia intensiva pre-pandemia, si è passati oggi agli 0,7 di oggi «peraltro non tutti strutturali» e ancora al di sotto della media nazionale di 0,8.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Reggio.

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