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Reggio, la Procura scava nel “buco nero” del Covid

Dal tracciamento in tilt ai posti letto mancati, dalle Usca a mezzo servizio alle assunzioni in ritardo: ci sono responsabilità penali?

Il vicario Dominijanni e il procuratore di Reggio Bombardieri

Il piano Covid, i provvedimenti dell’Asp, le richieste di assunzioni formulate dal Gom, ma anche le segnalazioni di contagiati in attesa dell’esito dei tamponi, le cartelle di ricoverati e deceduti, i programmi operativi delle Usca e l’organizzazione generale dei servizi. Si accumula materiale su materiale nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura sulla gestione dell’emergenza, allo stato in una fase esplorativa che potrebbe aprire a sviluppi di ogni tipo. Se qualcosa non ha funzionato, Polizia giudiziaria e pool di magistrati coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri sono impegnati a chiarire eventuali responsabilità penali. Molte segnalazioni in Procura sarebbero giunte dalle scuole, i cui dirigenti si sono spesso scontrati con ritardi nella messa in isolamento e difficoltà nel tracciamento. Gli investigatori nei giorni scorsi si sono presentati negli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale, procedendo all’acquisizione di una serie di atti alla luce di quanto previsto sia dal piano di potenziamento ospedaliero, che prevedeva quasi il raddoppio di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva, sia dal programma di potenziamento della rete territoriale, entrambi approvati tra giugno e luglio scorsi dall’allora commissario ad acta Saverio Cotticelli. C’è da capire non soltanto perché alcune previsioni strutturali sono tuttora rimaste inattuate ma anche perché le necessarie assunzioni sono rimaste bloccate per cinque mesi. Un cortocircuito che, di fatto, ha messo in crisi il sistema mettendone a nudo le mancanze.

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