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Reggio, chiusa l'inchiesta sul cimitero di Modena: 16 indagati

Nel mirino della Procura antimafia una cellula di ‘ndrangheta vicina alle cosche Rosmini e Zindato

I lavori nel cimitero di Reggio Calabria sono stati al centro dell'inchiesta

Le mani della ’ndrangheta sul cimitero di Modena? Sarà proprio questa una delle delle accuse centrali dell’inchiesta “Cemetery Boss” che la Direzione distrettuale antimafia ha chiuso in questi giorni notificando l'avviso ai sedici indagati. Per i Pubblici ministeri Sara Amerio e Stefano Musolino, e gli investigatori della Squadra Mobile che lo scorso maggio hanno eseguito diecimisure cautelari, a scorrazzare nel cimitero di Modena era una cellula di ’ndrangheta, esponenti della cosche Rosmini e Zindato, che con la complicità di un funzionario comunale, monopolizzava i lavori relativi alla tumulazione e estumulazione delle salme, l’edificazione e ristrutturazione delle cappelle funerarie, con l’esclusione delle ditte che non fossero preventivamente autorizzate perché gradite.

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