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Omicidio Bagalà a Gioia Tauro, il procuratore: "Confermare condanna a Brandimarte"

Brandimarte, difeso dagli avvocati Domenico Ascrizzi e Giuseppe Fonte, ha chiesto di essere giudicato con le forme del rito abbreviato

Si è celebrato ieri in Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, presieduta dalla dottoressa Giuliana Campagna, il procedimento nei confronti di Alfonso Brandimarte, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Francesco Bagalà, avvenuto il 26 dicembre del 2012 lungo la via Serra all’1,30 circa di notte. Brandimarte, difeso dagli avvocati Domenico Ascrizzi e Giuseppe Fonte, ha chiesto di essere giudicato con le forme del rito abbreviato e ha riportato in primo grado una condanna a 30 anni con sentenza emessa il 9 ottobre 2019 dal Gup del Tribunale di Reggio Calabria, dott. Domenico Armaleo. L’udienza di ieri era stata fissata per la requisitoria del procuratore generale, il quale è infatti intervenuto ripercorrendo la vicenda fin dalle prime battute, che risalgono all’omicidio di Vincenzo Priolo, avvenuto a luglio del 2011 per mano di Vincenzo Perri.

Il procuratore ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado ma l’esclusione dell’aggravante mafiosa, uniformando la sua richiesta alla decisione della Corte d’Assise di Palmi, che lo scorso 3 dicembre sulla medesima aggravante ha ritenuto insussistenti gli elementi probatori, pur condannando all’ergastolo i due imputati. Le motivazioni entro il 3 marzo.

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