«Il denaro utilizzato per l’acquisto dell’immobile di via De Cristoforis a Milano era di provenienza lecita». È quanto ha affermato da Fabrizio Corona nel corso dell’esame testimoniale reso ieri, in video conferenza in qualità di “teste assistito”, davanti al Tribunale di Locri, dove è in corso il processo a cinque imputati, accusati a vario titolo di riciclaggio.
Secondo la Procura di Locri dietro l’acquisto dell’appartamento di via Cristoforis, avvenuto nel 2008, ci sarebbe stata un’operazione di riciclaggio in relazione a una parte del denaro utilizzato. Nello specifico secondo quanto emerso dall’inchiesta, ci sarebbe stato un primo rogito effettuato a Roccella Jonica nel febbraio del 2008, con il quale due persone di Bovalino, successivamente decedute, hanno acquisto la proprietà dell’appartamento successivamente rivenduto, con rogito avvenuto a Reggio Calabria alcuni giorni dopo, attraverso una modalità di pagamento eseguito con una serie di assegni circolari. Assegni poi girati a una persona estranea alla compravendita, che non è sotto processo.
Fabrizio Corona ha respinto le accuse della Procura agli imputati, evidenziando che il denaro proveniva dal conto corrente della società “Fenice srl”, che non era collegata con la società “Corona’s srl”, dichiarata fallita con decreto del dicembre del 2008.
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