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Hermes, scoppia a Reggio il caso dei compensi dei dirigenti

La vicenda emerge nel corso della commissione Controllo e Garanzia

L'esterno della sede della Hermes, società partecipata del Comune di Reggio

Scoppia il caso Hermes. Negli anni in cui la città è piegata dal rigore del piano di rientro, non si usa la parsimonia per i compensi dei dirigenti. Uno scenario ricostruito nel corso della seduta della commissione Controllo e garanzia. Il presidente dell’organo consiliare del Comune, Massimo Ripepi convoca l'amministratore della società che si occupa della riscossione de tributi, l’avvocato Giuseppe Mazzotta. Sul tappeto l'analisi del funzionamento e dell'efficienza dei servizi. Dal racconto emergere uno spaccato inquietante su cui adesso si vuole fare chiarezza. Da dove cominciare? Dal conflittuale rapporto con i quadri a cui sono state revocate una serie di indennità. Mentre anche la Chiesa taglia i compensi ai religiosi, si scopre che in questi anni i quadri dirigenti della società hanno ricevuto lauti compensi sulla cui legittimità si solleva più di una perplessità. In tredici anni tre dipendenti che rivestono ruoli apicali hanno ricevuto una cifra che compresi i contributi supera i 500 mila euro solo di indennità a cui si aggiungono poi gli stipendi. Indennità che il nuovo amministratore delegato ha revocato. Visto che tra l'altro, emerge nel corso dell’audizione, per diverse mansioni a cui si fa riferimento non sarebbero state individuate evidenze documentali.

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