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Reggio, processo “Pedigree”: il ruolo chiave del collaboratore Maurizio Cortese

Verso l’udienza preliminare le 24 persone accusate di essere «intranee» alla cosca Serraino

I fratelli Tonino e Daniele Filocamo in compagnia con l’allora capoclan Maurizio Cortese

Un primato contare ben quattro collaboratori di giustizia «intranei» alla medesima ’ndrina che si avvia ad affrontare il processo. Nell’operazione “Pedigree” (le due tranche di indagine) figurano tra i 24 indagati che hanno ricevuto l’avviso conclusioni indagini della Procura distrettuale antimafia Maurizio Cortese, l'ex leader della nuova generazione della cosca Serraino; i suoi fedelissimi, i fratelli Antonino “Tonino” e Daniele Filocamo; e l’ex poliziotto con la passione per la politica (nel suo passato ha ricoperto la carica di assessore comunale e presidente del Consiglio comunale) Seby Vecchio. Dei quattro pentiti-indagati, la posizione più grave riguarda oggettivamente Maurizio Cortese. Gran parte del processo “Pedigree” ruoterà attorno alla portata, e consistenza, delle sue dichiarazioni. Di quelle già rese e di quelle che renderà. Accuse che non potranno scollegarsi dal ruolo da lui stesso ricoperto: il capo delle leve moderne del clan Serraino.

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