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Operazione "Pensierino" a Reggio Calabria, tra gli indagati anche un finanziere

C'è anche un finanziere tra gli indagati nell’inchiesta «Pensierino» che stamattina ha portato all’arresto in carcere per Antonio Riccardo Artuso e ai domiciliari per Vincenzo Serafino e Bruno Scordo. Tutti e tre sono accusati di due tentate estorsioni ai danni di una ditta operante nel settore della manutenzione delle condotte idriche e del gas. Nel registro degli indagati, infatti, c'è pure un brigadiere che, fino a poco tempo fa, era in servizio all’Aliquota di polizia giudiziaria della Procura. Il sottoufficiale, su richiesta di un’altra indagata, per l’accusa, «materialmente accedeva con le proprie credenziali e dalla propria postazione allo Sdi per verificare i precedenti penali e di polizia a carico» di un soggetto gravato da rilevanti pregiudizi penali quali traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spendita di monete contraffatte e installazione abusiva di apparecchiature per intercettazioni. Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Guardia di finanza, il pm Sara Amerio aveva chiesto gli arresti domiciliari anche per Pietro Sinicropi e Caterina Angela Stivilla, moglie di Antonio Riccardo Artuso ritenuto esponente della cosca Libri. Entrambi restano comunque indagati così come i titolari della ditta, accusati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e frode nelle pubbliche forniture.

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