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Traffici di droga nella Locride: ecco perché è stato condannato Giuseppe Commisso

«Nel caso in esame i giudici di merito hanno dato conto con argomentazioni congrue delle ragioni poste a fondamento della valutazione del contenuto dei colloqui intercettati ed in grado di risolvere le incertezze e le equivocità segnalate dalla difesa del ricorrente». È quanto scrivono i giudici della Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza del processo scaturito dall’operazione denominata “Apegreen Drug”, che si è definito con il rito abbreviato.
L’accusa si fonda, tra l’altro, sull’analisi degli inquirenti di una serie di conversazioni ambientali intercettate all’interno della lavanderia “Apegreen” di Siderno.

La Cassazione ha quindi confermato le condanne disposte dalla Corte di Appello di Reggio nei confronti di Giuseppe Commisso, detto “il mastro”, a 7 anni e 4 mesi, difeso dall’avv. Mario Santambrogio, che ha ottenuto uno sconto di pena tra il primo e il secondo grado. Altro imputato condannato è Luigi Fazari (7 anni), difeso dagli avvocati Giuseppe Milicia e Andrea Alvaro; quindi Domenico Arena, condannato a 6 anni 3 mesi, per il quale sono intervenuti gli avvocati Lorenzo Gatto e Michele Novella.

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