«Un progetto eversivo, che destabilizza l’ordinario operare delle istituzioni democratiche all’interno di un sistema che non può che essere un sistema tipicamente mafioso. Quella è 'ndrangheta».
A dirlo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo nella requisitoria al processo Gotha, che si conclude oggi, contro la componente riservata della 'ndrangheta. Il principale imputato è l'avvocato ed ex parlamentare del Psdi Paolo Romeo.
La Procura ha ricostruito «il compito della direzione strategica che fissa linee di politica criminale». «Tutto quello
di cui parliamo in questo processo - ha detto Lombardo - è 'ndrangheta. Non ci sono dinamiche politiche che non siano 'ndrangheta. Abbiamo perso tutti in questa terra». Secondo il Pm "Paolo Romeo opera direttamente, ovviamente nascondendosi dietro una serie di paraventi». In sostanza, quello che è emerso dal processo è «un sistema di potere mafioso che richiede la continua interlocuzione con tutti i protagonisti politici che hanno capacità di generare flussi di spesa. La 'ndrangheta evoluta genera un sistema di potere che non porta all’arricchimento immediato. Qui ci sono una serie di protagonisti, di uomini chiave, che in tasca non hanno niente perché sanno perfettamente che la traccia diretta di un qualcosa diventa pericolosa nel momento in cui hanno un ruolo riservato.
È una 'ndrangheta - aggiunge il pm - che deve gestire non il vantaggio immediato ma un vantaggio differito mascherandolo da tutela dell’interesse comune. È il sistema criminale che questo processo deve cancellare. Le condanne che noi oggi andremo a invocare riassumo quello che siamo riusciti a ricostruire». Lombardo si è soffermato pure sul «circuito relazionale di tipo mafioso di cui si avvalso il sistema» ed ha citato oltre 40 nomi tra i quali l’ex senatore Antonio Caridi, oggi imputato nel processo, l’ex senatore Giovanni Bilardi, l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi e gli ex consiglieri regionali Giovanni Nucera, Luigi Fedele, Candeloro Imbalzano, Giuseppe Giordano, il consigliere regionale Domenico Giannetta, l'ex giudice Giuseppe Tuccio (defunto) e l’ex assessore provinciale Eduardo Lamberti Castronuovo. «Questo è il quadro - ha detto il pm - questo è il circuito relazionale di cui si avvale il sistema».
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