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Hospice di Reggio, riecco lo spettro della crisi. La Uil accusa: colpa di chi gestisce

Cure palliative senza pace: si troverà una soluzione? Dipendenti senza stipendio da 4 mesi. Chiesto un tavolo per definire la vertenza altrimenti si rischia la chiusura

«Nonostante le difficoltà discendenti dal mancato perfezionamento di un contratto di accreditamento con la Regione Calabria, il solo strumento utile a garantire regolarità alle prestazioni sanitarie erogate e continuità anche sotto il profilo economico, all’Hospice si perpetuano pratiche inconciliabili con uno stato di crisi conclamato». È una denuncia pesante, quella formulata dal segretario provinciale della Uil Nuccio Azzarà, il quale va a fondo: «Sto parlando di ulteriori assunzioni a tempo indeterminato, doppi contratti a consulenti esterni, pagamento di corsi di formazione… se si è giunti a un punto di grave difficoltà, va ribadito senza infingimenti che palesi appaiono le responsabilità del livello gestionale interno che andrebbe senza indugio sostituito».
Molte sono state le iniziative della Uil in cui venivano denunciate le indiscutibili colpe fatte registrare dal livello regionale, iniziative intraprese sempre e comunque a difesa di un presidio importante per le cure palliative, di un bene di assoluta rilevanza sanitaria e sociale che oramai per la grande professionalità e umanità dei propri operatori si è guadagnato un posto nel cuore dei reggini. «Gli stessi operatori – prosegue Azzarà – che aspettano da quattro mesi lo stipendio, alla stessa stregua dell’impossibilità che registrano i fornitori ad approvvigionare dei beni di prima necessità la struttura.

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