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Bufera sui vigili di Reggio, dalla denuncia agli arresti

L'inchiesta partita dal racconto di un ambulante: «Ho paura per i miei figli se decidono che non devo più lavorare»

«Ho veramente paura per me e i miei figli. Ho paura perché non potrò più dargli da mangiare se i vigili decidono che non devo più lavorare». C’è un momento in cui, di fronte agli inquirenti, non riesce a trattenere l’emozione l’ambulante extracomunitario sentito dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta sfociata in un terremoto alla Polizia locale. Due agenti ai domiciliari e sette sospesi per dodici mesi sono i risultati degli accertamenti su presunti “sequestri” illegittimi di merce sfociati in asseriti soprusi ma anche su illegittimità nel servizio di carroattrezzi e un sospetto giro di auto cannibalizzate per piazzare pezzi di ricambio. «Una vera e propria associazione criminale» asseriscono le Fiamme Gialle, il cui operato è confluito nell’ordinanza firmata dal gip, Vincenza Bellini, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Alessia Giorgianni. Le accuse, a vario titolo, sono di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ideologico e violenza privata.

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