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Reggio, “Naos” sotto chiave e riutilizzato. È già tempo del processo d’appello

Sono tre gli imputati per la gestione del ristorante-pizzeria di Gallico

A sette mesi dalla sentenza di primo grado è già tempo d'appello per il processo “Gattopardo”, l'operazione della Direzione distrettuale antimafia e dei Carabinieri che ha scoperto e stroncato il progetto illecito (secondo le conclusioni del verdetto di primo grado) di Carmelo Giuseppe Cartisano, l’imprenditore di Gallico a cui il Tribunale “misure di prevenzione” aveva sottoposto a sequestro le attività imprenditoriali per la contiguità alla ’ndrangheta (emersa dal coinvolgimento nell'inchiesta “Reghion”) ma continuava a gestirle grazie a una dipendente di fiducia che faceva da prestanome. E' stato fissato al 26 ottobre davanti ai giudici della prima sezione penale della Corte d'Appello il processo che vede sul banco degli imputati accanto allo stesso Cartisano, condannato dal Gup a 6 anni di reclusione, i due cittadini romeni, Olimpia Mihaela Petre e Costel Zatlan, condannati rispettivamente a 3 anni e 1 anno e 6 mesi di reclusione. Dopo l'assoluzione, escono dal processo la moglie di Cartisano, Isabella Pellicanò, e il commercialista Giovanni Morabito.

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