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La droga dalla Locride a Roma, Il gup: «Monitorati vasti traffici»

Depositate le motivazioni delle 22 condanne a conclusione del processo “Selfie”. La marijuana prodotta a Casignana veniva poi smistata nel Lazio. «Soggetti di San Luca dimostrano un particolare attivismo operativo»

«L’attività di indagine, dispiegatesi nel corso dei mesi, ha permesso di monitorare l’esistenza di vasti traffici illeciti di sostanze stupefacenti svolti da un gruppo unitario di soggetti, per come individuati, nel territorio della Locride e dipanatasi in altre zone del territorio nazionale (Lazio e Roma in particolare) ed ha permesso, dunque, di individuare i responsabili di produzione di sostanze stupefacente in quella zona e del conseguente spaccio della droga in altri territori». È quanto scrive, in sintesi e con riferimento alla contestazione associativa, il gup di Reggio Stefania Rachele nelle motivazioni della sentenza del giudizio abbreviato del maxiprocesso scaturito dall’operazione antidroga “Selfie”.
All’esito del primo grado sono stati 22 gli imputati condannati per un totale di circa 183 anni di reclusione, confermando l’impianto accusatorio rappresentato dai magistrati della Procura antimafia reggina, in particolare dal sostituto procuratore Giovanni Calamita, che ha discusso davanti al gup.
Il processo “Selfie” è scaturito da un’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Gruppo di Locri e della Compagnia Carabinieri di Bianco con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”, sotto il coordinamento del procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo.

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