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Poliziotti sospesi e reintegrati 2 mesi senza stipendio? Denuncia del sindacato in Calabria

Il paradosso: lavorano e non sono pagati

Rischiano di restare per più mesi privi dello stipendio tutti quei poliziotti che erano stati sospesi dal servizio per non essersi sottoposti alla vaccinazione anti-Covid19 obbligatoria salvo poi essere riammessi o perché successivamente vaccinati o perché hanno contratto la malattia. Come previsto dalla normativa vigente, agli agenti in questione era stata infatti sospesa anche la retribuzione del mese di gennaio e, conseguentemente, il portale “NoiPA” non aveva quindi emesso il relativo cedolino in loro favore. Una volta in regola con il “green pass”, però, ci si aspettava l’accredito della mensilità spettante, ovviamente decurtata dei giorni di assenza, ma purtroppo così non è stato.
È la denuncia del sindacato Usip (Unione Sindacale Italiana Poliziotti) che, tramite il suo segretario generale Vittorio Costantini, ha inviato una nota formale al Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Viminale evidenziando il paradosso. A rilanciare la questione, oggi, è il segretario nazionale Usip Claudio Tripoli, in servizio presso il Commissariato di Gioia Tauro: «Quanto esposto da Costantini non è altro che l’esemplificazione dell’ennesima beffa nei confronti di diversi uomini e donne in divisa che, pur rispettando le tempistiche imposte dai recenti decreti governativi, al fine di ottemperare al completamento dell’iter vaccinale, rischiano di rimanere senza stipendio, nell’attesa di adeguamenti amministrativi “farraginosi”, non potendo garantire così un giusto sostentamento per le proprie famiglie. È quindi dovere del sindacato intervenire affinché si possa garantire la dignità che tali servitori dello Stato meritano».

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