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Statale 106 nella Locride, chiamata a raccolta per non perdere l’ultimo treno

Stasera a Siderno sindaci a confronto con Regione, sindacati e tutte le deputazioni. Il completamento della tangenziale è uno step non più rinunciabile per lo sviluppo di un territorio fiaccato da decenni di false promesse

Oggi alle 18 l’Assemblea dei Comuni presieduta da Caterina Belcastro, sindaca di Caulonia, è chiamata a discutere l’annoso problema del necessario ammodernamento della Statale 106 che continua a lasciare, purtroppo, una lunga scia di sangue e non a caso è ben nota come “la strada della morte”. L’iniziativa dei sindaci è indirizzata ai rappresentanti istituzionali della Regione chiamati a mantenere alta l’attenzione sul tema e individuare possibili soluzioni alle criticità attuali, che potrebbero essere affrontate con i fondi del Pnrr. Lo scetticismo è ovviamente notevole, e ampiamente giustificato dalle vicende della costruzione della nuova arteria. Nella Locride la situazione è particolarmente drammatica perché il nuovo percorso è caratterizzato solo da un breve tratto di strada a due corsie per ogni senso di marcia, che va dall’ingresso sud di Caulonia a contrada Canneti, alla periferia sud-ovest di Locri. Per il resto, la vecchia 106, in tutta la sua pericolosità, attraversa i paesi costieri con le intuibili enormi difficoltà di transito.

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La Fillea CGIL

"E’ arrivato il momento di mettere da parte tutte le divergenze e fare fronte comune con l’obiettivo di reperire le risorse necessarie per ammodernare e mettere in sicurezza l’intero tratto calabrese della statale 106. Il primo appuntamento per dimostrare questa unità di intenti è rappresentato dalla prossima seduta del consiglio regionale, convocata appositamente sulla questione della 106 per il 28 febbraio prossimo". E quanto sostiene in una nota  Simone Celebre  Segretario generale Fillea Calabria     

"Intanto, accogliamo con soddisfazione, come Fillea Cgil Calabria, la notizia del via libera da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) all’anticipazione di oltre 4.7 miliardi di euro del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) (periodo 2021-2027) per opere infrastrutturali immediatamente cantierabili a cui si aggiungono 1.6 miliardi di interventi strategici programmati la cui attuazione avverrà non appena sarà disponibile il Piano di fattibilità tecnico ed economica dei relativi interventi. In particolare, la cifra complessiva di circa 6,3 miliardi di euro è così suddivisa: 5.4 miliardi di euro (di cui 4.4 al Sud) sono destinati ai cosiddetti progetti bandiera per infrastrutture eque e sostenibili e si concentrano su progetti che riguardano essenzialmente la rete stradale, primaria e secondaria, la rete ferroviaria e il settore idrico e vedono come soggetti attuatori Anas, Rfi, le Autorità di Sistema Portuale, le Regioni o le concessionarie regionali, Province o Comuni, gli altri 900 milioni sono destinati, invece, a opere di interesse territoriale per programmi che le Regioni e le Province Autonome gestiranno di concerto con gli enti interessati".

 

 

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