«Sporgerò denuncia contro il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria». L’umore di Manuel Amaro, melicucchese padre di una bimba di appena dieci mesi affetta da interstiziopatia polmonare, non sembra trovare lidi su cui stemperare la rabbia.
Lo scorso sabato, l’ennesima odissea tra strutture sanitarie calabresi, lo ha costretto a ritornare all’ospedale “Bambin Gesù” di Roma per un ricovero d’urgenza della figlia: quest’ultima, con la funzionalità dei polmoni ridotta al quaranta per cento, non ha retto autonomamente l’impatto con il Covid-19. Dalla diagnosi in poi, una corsa contro il tempo per mettere al sicuro la piccola e ridare serenità alla famiglia.
«Contratto il virus – ha spiegato Amaro – sin da subito la bimba ha manifestato crisi respiratorie. Ci siamo messi in contatto con i medici del “Bambin Gesù” i quali, conoscendo il suo stato di salute, hanno consigliato il ricovero immediato. Decidiamo, dunque, di recarci all’ospedale di Polistena. Alla luce delle criticità del caso, l’invito dei sanitari è quello di procedere con il trasferimento all’hub di Reggio Calabria, dove è presente un reparto specifico per questo tipo di patologie».
Un viaggio di circa settanta chilometri verso il Grande Ospedale Metropolitano, dove l’allora neonata aveva già vissuto un ricovero. «Visti i tempi ristretti – prosegue – contatto il “113” per un aiuto logistico e il Commissariato di Polizia di Polistena decide di mettere a disposizione una volante che ci fa da staffetta fino alla struttura reggina. Giunti al GOM, fatto il tampone e visitata la bambina, la dottoressa di turno ci comunica l’assenza di posti per il ricovero. Decido per un nuovo trasferimento, ma a quel punto la dottoressa mi risponde che loro non fanno da taxi e che in ogni caso la bambina non è in pericolo di vita. Preso a atto della risposta, mi sono incamminato verso Roma in macchina, positivi al Covid sia io che mia moglie, e con mia figlia in precarie condizioni di salute. Per fortuna ho potuto contare sulla scorta degli agenti di polizia fino al “Bambin Gesù”».
Attualmente, la bambina è ricoverata nell’ospedale romano dove si mantiene in condizioni stabili. Intanto, Manuel Amaro ha fatto rientro a casa e medita azioni legali: «Non posso credere che sia questo il servizio garantito dalla sanità calabrese», spiega amareggiato.
La precisazione del Gom
Con riferimento a notizie di stampa relative ad un trasferimento d’urgenza presso l’Ospedale “Bambin Gesù“ di Roma di una piccola paziente dovuto a mancanza di posto letto al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, corre l’obbligo di precisare quanto segue riservandosi l’Azienda le azioni dovute nelle opportune sedi a tutela dell’immagine dell’Azienda stessa.
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La piccola non versava assolutamente in condizioni cliniche di pericolo di vita.
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Non risponde a verità la notizia sulla mancanza del posto letto nel reparto di Pediatria che, invece, era in via di predisposizione con le salvaguardie del caso essendo la piccola Covid positiva.
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I parenti hanno rifiutato di eseguire specifici accertamenti radiologici chiedendo insistentemente di trasferire la piccola al “Bambin Gesù” di Roma in quanto – a loro detta – colà erano attesi in serata.
Nessun medico del GOM ha disposto il trasferimento presso altro Ospedale in quanto non ne sussistevano i motivi.
I parenti hanno autonomamente abbandonato il Pronto Soccorso e si sono fatti accompagnare, con staffetta delle Forze dell’Ordine, presso il “Bambin Gesù” di Roma dove la piccola è seguita, da tempo, per “interstiziopatia respiratoria”.
Oltre la piccola sono risultati positivi per Covid anche i genitori che, con il loro comportamento, non hanno consentito l’applicazione delle procedure previste dalle vigenti norme in merito.
La Direzione
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