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Reggio Calabria, visite, sigari e favori: la detenzione dorata di “Tamunga”

Nuovi particolari sulla carcerazione di Rocco Morabito a Montevideo, prima della clamorosa fuga (per la quale ora c’è poliziotto sott’accusa). Il superbroker delle ’ndrine è prossimo all’estradizione dal Brasile dove fu catturato

Rocco Morabito

La clamorosa fuga di Rocco Morabito: emergono nuovi particolari sulla detenzione del superbroker calabrese della cocaina, ex ricercato numero due dopo Matteo Messina Denaro, prossimo ormai all’estradizione in Italia.
La vicenda risale al 2019, quando Morabito riuscì a evadere dal carcere di Montevideo, in Uruguay, per essere catturato due anni dopo Joao Pessoa, località turistica sulla costa brasiliana. Ebbene, secondo i media uruguayani – nello specifico Canale 4 e Telenoche che ne riporta i contenuti di una trasmissione – la detenzione di “Tamunga” sarebbe stata tutt’altro che dura. «Morabito – riporta Telenoche – amava imporre le sue regole ma era famoso anche per i suoi noodles e per il suo amore per i sigari». E riceveva visite, in alcuni casi anche di volti noti, al di fuori del regime ordinario. Viene citato, per esempio, un ex calciatore ed allenatore di calcio, che nei primi anni ’90 ha giocato anche in Italia (nel Torino), entrato al Carcere Centrale ben diciassette volte. Questi «non è stato l’unico ex calciatore ad aver fatto visita a Morabito, ma è il solo che compare nel registro delle visite dal carcere centrale». Nell’elenco degli ingressi e delle uscite – sempre secondo Telenoche – compaiono anche diversi membri della famiglia Morabito. «Aveva libertà di movimento» nel carcere Rocco Morabito che per di più, stando sempre alle indiscrezioni giornalistiche uruguayane, «spostava le camere di sicurezza a suo piacimento».

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