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Esami a Reggio Calabria, gli studenti sono già maturi

La temuta prima prova non ha creato problemi. Verga e iperconnessione gli argomenti i più gettonati. La mascherina “fortemente raccomandata” si è rivelata soltanto un fastidio in più per i ragazzi che hanno dimostrato di avere già le idee molto chiare anche sul loro futuro

Caterina Zampaglione, Antonio Giustra e Zoe Siviglia

E chi l’avrebbe mai detto? Tutti pronti ad affrontare (su carta) la sfida sintattica sul virus e invece gli esperti del ministro Bianchi hanno evidentemente dato un’interpretazione troppo circoscritta della traccia data per certa da siti specializzati e bookmaker ufficiali con una focalizzazione sugli effetti sociali ed economici della pandemia. E così i primi maturandi dell’anno 1 d.C. (dopo Covid) hanno preso a braccetto il buon Verga, anche lui dato per certo dai social guru di riferimento e si sono cimentati nell’analisi del testo “Nedda. Bozzetto siciliano” almeno questa è l’impressione che cogliamo da un rapido giro fra i licei del centro.
In un’atmosfera rarefatta di caldo umido solo in parte mitigato dal vento dello Stretto che tanto sarebbe piaciuta allo scrittore verista di Catania, abbiamo incrociato i primi studenti fuori dalle scuole al termine della prova. Si coglieva in loro la consapevolezza di essere protagonisti di un ritorno alla normalità dopo tre anni di singhiozzi Dad, mascherine e gel disinfettante come se piovesse. Partiamo dal Liceo delle Scienze Umane “T. Gullì” con Caterina Zampaglione, Antonio Giustra e Zoe Siviglia, sguardi determinati, idee chiare sul futuro e buona dose di autostima: «La prova era fattibile – dicono all’unisono –. È andata bene». Qui Verga effettivamente è stato considerato meno. Si è preferito il tema sull’iperconnessione tecnologia come ci spiega “Totò” Giustra.

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